radamisto
Dizionario Opera

Radamisto (1720)

La genesi di Radamisto è legata alla fondazione della Royal Academy of Music, un’impresa teatrale creata nel febbraio 1719 da un gruppo di nobili, sotto la protezione di Giorgio I, per rappresentare a Londra opere italiane con i migliori interpreti e compositori del momento.

Radamisto

Serious Operas Vol. VIII | Haym, Nicola Francesco | Handel, George Frideric  | Wood, Thomas | V&A Explore The Collections

La direzione musicale dell’Academy venne affidata a Handel, che a cinque anni da Amadigi di Gaula riprese a dedicarsi al genere operistico: dopo un viaggio a Dresda per prendere contatti con il celebre castrato Senesino e altri cantanti italiani, il 2 aprile 1720 il musicista inaugurò la stagione al King’s Theatre con Numitore di Giovanni Porta e subito dopo presentò la sua nuova composizione, appunto Radamisto.

Il libretto è attribuito a Nicola Haym, che più volte collaborò con H&aulm;ndel: si tratta di una rielaborazione di varie fonti italiane (in particolare il libretto di Domenico Lalli L’amor tirannico , musicato da Francesco Gasparini, Venezia 1710, e rivisto due anni dopo per Firenze), che si ispirano a un episodio narrato negli Annales di Tacito (XII, 51).

Nel 51 d.C., nei pressi del monte Ararat. Il re d’Armenia Tiridate ha dichiarato guerra a Farasmane, padre di sua moglie Polissena e re di Tracia; a spingerlo a combattere è l’insana passione che egli nutre per Zenobia, moglie del figlio di Farasmane, Radamisto.

Polissena viene messa al corrente dei piani del marito dal condottiero Fraarte e da Tigrane, principe di Ponto e alleato di Tiridate, il quale è innamorato della regina e vorrebbe che lei dimenticasse il marito infedele. Farasmane, che è stato fatto prigioniero, viene condotto in catene nella capitale assediata perché convinca Radamisto alla resa; il re, tuttavia, consiglia al figlio di continuare a combattere.

Fraarte dà ordine di ucciderlo, ma Tigrane impedisce l’esecuzione. La città viene espugnata e Radamisto e Zenobia fuggono; all’avvicinarsi dei nemici Zenobia, disperata, chiede al marito di ucciderla; quindi, dopo esserne stata soltanto ferita, si getta nel fiume Arasse. Tigrane cattura Radamisto e lo conduce da Polissena, mentre Zenobia viene salvata da Fraarte, che, pur essendo innamorato di lei, la porta da Tiridate.

Tigrane annuncia la morte di Radamisto e fa narrare l’accaduto dal messaggero Ismeno: questi non è altri che Radamisto, subito riconosciuto dalla moglie. Tiridate offre invano a Zenobia il proprio cuore e il regno; quando tenta di prenderla con la forza, Radamisto cerca di ucciderlo, ma Polissena si frappone tra la spada e il marito.

Nel frattempo Tigrane e Fraate, non tollerando più la condotta di Tiridate, fanno sollevare i loro eserciti e circondano il tempio in cui il tiranno vorrebbe sposare Zenobia: Tigrane restituisce a Farasmane la corona di Tracia, e Radamisto chiede a Polissena di perdonare il marito, tornando a regnare insieme sull’Armenia; per lui è sufficiente ricongiungersi all’amata Zenobia.

Radamisto (Händel) - Wikipedia

Il tono serio ed eroico caratterizza tutto lo svolgimento dell’opera, e l’azione risulta drammaticamente convincente e motivata: anche Burney giudicò Radamisto «più compatto, ingegnoso e pieno di fuoco di tutti gli altri drammi che Handel aveva composto sino ad allora».

Nonostante l’assenza di elementi magici, la spettacolarità era assicurata dalla presenza in scena degli eserciti e, in particolare, dall’assalto alla città assediata nel primo atto, accompagnato da musiche di tono guerresco. Oltre all’eroe eponimo, sono poste in grande evidenza le due figure femminili, Zenobia e Polissena, entrambe esempio di fedeltà coniugale, mentre la crudeltà e l’empietà di Tiridate fanno risaltare il coraggio e il senso dell’onore degli altri personaggi.

Un aneddoto legato alla parte di Fraarte può ben esemplificare quale fosse l’autorità dei cantanti, che potevano condizionare le scelte di librettista e compositore: secondo una lettera anonima pubblicata su ‘The Theatre’, il castrato Benedetto Baldassari, abituato a impersonare sovrani o perlomeno principi di sangue, si era rifiutato di cantare nel ruolo di un semplice comandante; per questo Fraarte venne ‘promosso’ a fratello di Tiridate e la sua parte fu notevolmente ampliata, come risulta dalle aggiunte nel manoscritto.

L’aria più celebre dell’opera è di certo “Ombra cara” (II,2), in cui Radamisto esprime il suo dolore per la presunta morte di Zenobia: nella tonalità di fa minore, presenta in orchestra una complessa scrittura polifonica a cinque parti, su cui si staglia l’espressiva linea melodica del protagonista; secondo John Hawkins, H&aulm;ndel stesso la giudicò tra le sue arie più riuscite.

Nonostante Zenobia non sia morta davvero, il compositore impiega la tipologia della scena di lamento, con elementi stilistici quali il grido di dolore iniziale o il movimento cromatico racchiuso nell’intervallo di quarta. La ricchezza della strumentazione è illustrata dall’aria di Tiridate “Alzo al volo”, in cui vengono impiegati i corni, e da quella di Polissena “Sposo ingrato” (soppressa nella seconda versione), che presenta una notevole parte solistica per il violino, forse eseguita dal compositore e virtuoso Francesco Geminiani.

Alla ‘prima’ di Radamisto erano presenti Giorgio I e il principe di Galles – che così dimostravano di essersi riconciliati dopo anni di dissapori – e l’opera riscosse un notevole successo: secondo la testimonianza di Mainwaring, tra le dame si contarono svenimenti a catena, e i nobili che non avevano trovato posto nel parterre o nei palchi sborsarono grandi cifre per un biglietto in galleria.

Il cast scritturato nel 1720, tuttavia, non rispondeva completamente alle esigenze di H&aulm;ndel, poiché mescolava cantanti italiani e inglesi, e soprattutto non comprendeva la voce di un castrato cui affidare il ruolo del protagonista. All’arrivo dei cantanti italiani a Londra, quindi, il musicista si affrettò a presentare una nuova versione (28 dicembre 1720), in cui il personaggio di Radamisto venne affidato al Senesino, mentre Margherita Durastanti, che aveva interpretato il protagonista, cantò la parte di Zenobia; il basso Giuseppe Boschi sostituì Alexander Gordon nel ruolo di Tiridate.

Oltre ad adattare le parti per le nuove voci, Handel scrisse ex novo dieci arie, un duetto e un quartetto. Gli interventi più significativi servirono a migliorare il terzo atto (in particolare la scena in cui Radamisto vuole uccidere Tiridate), che inizialmente risultava piuttosto carente dal punto di vista drammatico. A questa revisione ne seguirono altre: nel 1721 venne abolito il personaggio di Fraarte, e nel gennaio 1728 furono introdotte modifiche per le presenze di Faustina Bordoni e Francesca Cuzzoni nei ruoli di Zenobia e Polissena.

Nel 1722 una versione dell’opera venne presentata da Johann Mattheson ad Amburgo, con i recitativi tradotti in tedesco ( Zenobia, oder Das Muster rechtschaffener ehelicher Liebe ), e venne riproposta più volte negli anni seguenti. Grazie all’autorizzazione regia a pubblicare libretti e musiche delle sue opere, ottenuta da Handel il 20 giugno 1720, Radamisto venne pubblicato nello stesso anno.

Il primo allestimento moderno è stato presentato a Göttingen nel 1927, a cura di Joseph Wenz; sempre nell’ambito degli Handel-Festspiele di Göttingen, la seconda versione del Radamisto è stata messa in scena di recente sotto la direzione di Nicholas McGegan (1993).

Radamisto – Wikipedia

Type:

Dramma per musica in tre atti

Author:

Georg Friedrich Handel (1685-1759)

Subject:

libretto di Nicola Haym

First:

Londra, King’s Theatre, 27 aprile 1720

Cast:

Radamisto (S), Zenobia (A), Farasmane (B), Tiridate (T), Polissena (S), Tigrane (S), Fraarte (S)

Signature:

c.p.

Conclusione: La genesi di Radamisto legata alla fondazione della Royal Academy of Music, creata nel febbraio 1719 da un gruppo di nobili, sotto la protezione di Giorgio I

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