Dizionario Arte

Rainer, Arnulf

Pittore austriaco appartenente alla neoavanguardia europea del secondo dopoguerra. Nel 1950 fonda l’aggressivo Hundsgruppe (Gruppo del cane) e dall’anno successivo lavora a una serie di composizioni automatiche a occhi chiusi (Disegni in cecità). L’influenza dell’espressionismo astratto e un’indagine legata alla cultura del gesto lo portano, in quegli stessi anni, a realizzare lavori come le Centralizzazioni e le Verticalizzazioni. Sempre nel 1951 ha occasione di incontrare André Breton, alla cui idea surrealista si era avvicinato con alcune opere di quei primi anni Cinquanta (Océan! Océan!, 1951). La personale ricerca sul gesto di Rainer prosegue e si radicalizza con la serie delle Übermalungen (Sovrapitture), nelle quali la superficie del quadro viene in parte o interamente ricoperta da strati di colore. È un’azione-shock che procede sulla linea di: “Una pittura per lasciare la pittura”, per usare le parole dello stesso Rainer. Un’azione che pure si ammanta di un nuovo spiritualismo, come dimostra, a partire dal 1956, la lunga serie delle Croci. Tra il 1962 e il 1968 partecipa al Wiener Aktionismus, mentre a partire dal 1970 avvia la ricerca sul volto e sul corpo, fotografati in smorfie grottesche o gesti spasmodici e segnati da violente sovrapitture. Il lavoro sulla fotografia proseguirà poi nella serie Arte su arte, dove l’artista interviene su opere di altri artisti (da Rembrandt a Goya, da Schiele allo scultore Messerschmidt). Tra la fine degli anni Settanta e la metà degli anni Ottanta, approfondisce il tema della morte (legato all’orrore e alla cancellazione) nelle serie delle Maschere mortuarie e dei Cadaveri e mummie. Mentre al 1982 risale la grandiosa opera, in più vedute, dedicata a Hiroshima. Nascita: Baden 1929; :

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