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Referendum giustizia, i 5 quesiti: il testo e il significato del secondo sulle misure cautelari

Referendum giustizia: il secondo dei cinque quesiti – Ecco cosa propone

Domenica 12 giugno, i cittadini italiani aventi diritto di voto saranno chiamati a votare in tema di giustizia. Si tratta di cinque referendum abrogativi sulla giustizia, che nei loro quesiti chiedono l’abrogazione (eliminazione) di una parte o dell’intero testo di leggi o atti in valore di legge.

La validità di un referendum abrogativo viene riconosciuta solo al raggiungimento del quorum, ovvero del voto della maggioranza (50%+1) della popolazione chiamata a votare. Inoltre, affinché venga abrogata la norma in oggetto, la maggioranza (50%+1) dei voti deve essere a favore del ““.

Verranno approfonditi di seguito il testo e il contenuto del secondo quesito dei cinque che verranno proposti in sede di voto. Esso chiede di intervenire sul tema delle limitazioni alla custodia cautelare per come disciplinato all’interno del codice di procedura penale.

Per avere informazioni sul referendum del 12 giugno e su tutti i quesiti proposti, clicca sul link di seguito: Referendum giustizia, si vota il 12 giugno: cosa propongono i cinque quesiti

Per conoscere la data, gli orari di voto e le misure di sicurezza per il Covid-19, clicca sul link di seguito: Referendum 2022: quando si vota? Data e orari

Referendum giustizia: il testo del secondo quesito (scheda arancione)

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Il secondo quesito referendario propone l’abrogazione dell’ultimo inciso dell’articolo n.274, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale, in materia di misure cautelari. Le misure cautelari sono dei provvedimenti dal carattere provvisorio che l’autorità giudiziaria decide di applicare nei confronti di un imputato durante le indagini preliminari o nel corso del processo. Esse sono di due tipologie: personali, che agiscono sulla libertà dell’indagato, e reali, che incidono sulla libertà di disporre i propri averi.

Come stabilisce il c.p.p., affinché si possa applicare la misura cautelare, deve sussistere uno dei tre elementi di garanzia seguenti:

a) pericolo di inquinamento delle prove

b) pericolo di fuga dell’indiziato

c) pericolo di reiterazione del reato (che riguarda la maggior parte dei provvedimenti cautelari emessi).

Nello specifico, all’interno del secondo quesito si chiede l’eliminazione della parte c) della legge, e quindi della reiterazione del reato come motivo tramite cui i giudici possono disporre la custodia cautelare ai domiciliari o in carcere prima del processo. Con l’abrogazione della reiterazione del reato, la misura cautelare potrà essere sottoposta solo verso coloro per cui sussiste il pericolo che commettano nuovamente gravi delitti, con uso di armi o mezzi di violenza personale, o delitti di criminalità organizzata.

Referendum giustizia, i quesiti: cosa succede se si vota Sì al secondo

Se la maggioranza dei voti sarà per il ““, non si elimineranno del tutto la custodia cautelare o la carcerazione preventiva, ma solo il rischio di reiterazione dello stesso reato come motivazione per applicarle. Dunque, se non vi sarà il rischio di inquinamento delle prove o di fuga dell’indagato, le misure cautelari saranno inapplicabili se non per delitti di criminalità organizzata, eversione o commessi con l’uso di armi e violenza.

Votando per il “Sì”, dunque, si andrà incontro alle richieste dei promotori del referendum. Essi vogliono ridurre il numero di persone che, non ancora condannate in via definitiva e quindi non ancora colpevoli, si trovano all’interno degli istituti penitenziari italiani. Inoltre, sostengono che la pratica del carcere preventivo sia utilizzata non più come strumento di emergenza ma come anticipazione della vera e propria condanna. Il rischio è che vada a colpire persone che risultino innocenti al termine del processo.

Referendum giustizia, i quesiti: cosa succede se si vota No al secondo

Se la maggioranza dei voti sarà per il “No“, rimarrà in vigore l’ultimo inciso dell’articolo n.274 del c.p.p. Quindi, si manterranno i tre elementi di garanzia previsti per applicare le misure cautelari, tra cui il rischio di reiterazione del reato, qualunque esso sia.

Votando per il “No”, dunque, si esprimerà la propria contrarietà all’abrogazione di tale parte della legge. E ci si andrà ad allineare con la posizione di coloro secondo cui, abolendo il rischio di reiterazione, si possa scatenare un effetto domino dove il giudice non potrà più ricorrere alla custodia cautelare per una lunga serie di reati.

 

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Editor: Susanna Bosio

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