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Referendum giustizia: il testo e il significato del primo quesito sulla legge Severino

Primo quesito del referendum sulla giustizia: il testo e il significato

Insieme alle elezioni amministrative, domenica 12 giugno gli Italiani saranno chiamati a votare in tema di giustizia. Si tratta di cinque referendum abrogativi sulla giustizia, che chiedono quindi l’abrogazione (cioè l’eliminazione) di una parte o dell’intero testo di leggi o di atti in valore di legge.

La Costituzione stabilisce che la validità di un referendum abrogativo sia riconosciuta solo in presenza del quorum, ovvero se ha votato la maggioranza (50%+1) degli aventi diritto di voto. Inoltre, affinché la norma in oggetto venga abrogata, la maggioranza (50%+1) dei voti deve essere a favore del ““.

Di seguito verranno approfonditi il testo e il contenuto del primo quesito dei cinque che ci verranno proposti in sede di voto. Si tratta dell’abrogazione del decreto legislativo n. 235 del 31 dicembre 2012 o “decreto Severino“.

Per avere informazioni sul referendum del 12 giugno e su tutti i quesiti proposti, clicca sul link di seguito: Referendum giustizia, si vota il 12 giugno: cosa propongono i cinque quesiti

Referendum giustizia: il testo del primo quesito (scheda rossa)

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Il primo dei cinque quesiti referendari propone di abrogare in maniera totale la legge Severino, ovvero il decreto legislativo n. 235 del 31 dicembre 2012. Esso prende il nome della ministra della Giustizia del governo Monti, Paola Severino, e riguarda l’insindacabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per sindaci, amministratori locali, parlamentari, consiglieri regionali e membri del governo in caso di condanna per reati gravi.

Dunque, dal 2013 coloro che ricevono una condanna in via definitiva per corruzione, mafia, terrorismo o altri reati gravi non possono partecipare alle elezioni regionali, comunali e per il Parlamento italiano o europeo, senza poter assumere cariche di governo. Inoltre, in caso di condanna non definitiva, la legge Severino applica in via automatica la sospensione dalla carica per un massimo di 18 mesi.

Con questo referendum, si chiede ai cittadini di esprimere il proprio voto a favore o contro l’eliminazione di tale legge.

Referendum giustizia: cosa succede se si vota Sì al testo del primo quesito

Se la maggioranza dei voti sarà per il ““, ai condannati in via definitiva verrà concesso di candidarsi o mantenere il proprio mandato. Inoltre, si eliminerà l’automatismo di sospensione dalla carica per i condannati in via non definitiva.

Votando per il “Sì”, dunque, ci si esprimerà a favore dell’abrogazione dei concetti di incandidabilità e decadenza. In questo modo, come succedeva prima dell’entrata in vigore della legge Severino, sarà solo il giudice a determinare, in caso di condanna, se applicare come pena accessoria l’interdizione dai pubblici uffici.

Referendum giustizia: cosa succede se si vota No al testo del primo quesito

Se la maggioranza dei voti sarà per il “No“, si manterrà in vigore la legge Severino e, con essa, l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica della carica in caso di condanna per reati gravi.

Votando per il “No”, dunque, si esprimerà la propria contrarierà verso la totalizzante abrogazione della legge Severino. Infatti, il testo del primo quesito chiede di abolire l’intero decreto e non solo una parte di esso.

 

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Editor: Susanna Bosio

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