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Design,  Architettura

Renzo Piano e l’impresa dei Mille: quale il futuro del ponte di Genova?

Si riapre il caso dell’ex Ponte Morandi, il Ponte di Genova ricostruito da Renzo Piano e i suoi Mille

Il Ponte di Genova è pronto alla riapertura e Renzo Piano e i suoi Mille festeggiano l’impresa. Tuttavia rimangono tanti punti irrisolti e proprio in questi giorni si è riacceso il dibattito sulla gestione del nuovo viadotto. Dopo il tragico evento del crollo, il Governo aveva promesso tempi celeri di ricostruzione e così è stato. Aveva anche promesso, però, che Aspi (Autostrade per l’Italia) non avrebbe più gestito il viadotto e che addirittura le sarebbero state revocate le altre tratte di competenza.

Al momento il nuovo Ponte di Genova è pronto, ma se si vuole aprire ad agosto sarebbe necessaria una gestione, perlomeno pro tempore, proprio della società del gruppo Atlantia, facente capo alla famiglia Benetton. Così indicherebbe infatti la lettera della ministra dei trasporti Paola De Micheli al commissario per la ricostruzione, il sindaco di Genova Marco Bucci. Il motivo? Norma di legge, prevedibile, e su cui era necessario intervenire prima.

La cosa più incredibile è che ci sia voluto meno a demolire i resti del vecchio ponte e a progettarne e costruirne uno nuovo, che ad intervenire per risolvere il nodo concessioni.

Il dibattito cresce in queste ore e il governo è chiamato a rispondere.

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I pilastri del nuovo ponte illuminati dal Tricolore

Il progetto del nuovo ponte di Genova

Dopo il tragico crollo del Ponte Morandi, lo scorso 14 agosto 2018, la ricostruzione del viadotto sul Polcevera è stata affidata a Renzo Piano, che con una squadra di Mille uomini (il numero delle grandi imprese) è riuscito nell’obiettivo della ricostruzione. “Lo abbiamo costruito a tempo record”, dice l’architetto, “ma rispettando tutte le regole”.

Rispetto al precedente Ponte Morandi, il nuovo Ponte di Genova è più largo (30 metri contro i 18 precedenti). Disporrà infatti di due corsie di emergenza ai lati, oltre a due camminamenti necessari per agevolare il lavoro di ispezione e monitoraggio. La struttura ellissoidale del balcone, poi, servirà a ridurre l’impatto complessivo e permettere un migliore scivolamento della luce. Il viadotto in sè, invece, ha una struttura che ricorda lo scafo di una nave.

Sul fronte sicurezza, inoltre, il ponte ha una serie di sensori che permetteranno di monitorarne la tenuta e il comportamento. Il ponte sarà dunque intelligente, con un modello di monitoraggio che potrebbe diventare il modello da applicare ad altre strutture simili. Infatti, si parla già di modello ponte di Genova per gli interventi di manutenzione su altri tratti autostradali.

Infine, il progetto prevede anche l’installazione di pannelli fotovoltaici, per produrre l’energia necessaria al funzionamento degli impianti, sia di giorno che di notte.

Su Renzo Piano e il caso del Ponte Morandi

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