Reynolds, Joshua
Dizionario Arte

Reynolds, Joshua

Joshua Reynolds

Reynolds, Joshua. Pittore e scrittore d’arte inglese. Reynolds fu il principale ritrattista dei suoi tempi, il primo presidente della Royal Academy, un apprezzato teorico dell’arte e forse la figura più importante nella storia della pittura inglese. Attraverso la sua levatura intellettuale e sociale portò la sua professione a godere di un più alto rispetto. Figlio di un sacerdote e studioso, crebbe in un ambiente dominato dagli interessi culturali. Disse che la “prima passione” per l’arte nacque grazie al libro Essay on the Theory of Painting di Jonathan Richardson, che lesse nella biblioteca del padre. Dal 1740 al 1743 studiò pittura a Londra con Hudson.  Un anno prima che il suo apprendistato giungesse al termine iniziò a lavorare per conto proprio come ritrattista (il distacco fu amichevole, e con Hudson rimase in buoni rapporti).

Tra il 1750 e il 1752 Reynolds trascorse due anni e mezzo in Italia (soprattutto a Roma), dove studiò l’ antichità e i grandi maestri del XVI e XVII secolo (mentre copiava Raffaello nei gelidi ambienti del Vaticano prese un raffreddore che gli compromise l’udito per il resto della vita). Dai modelli classici non assorbì solo il linguaggio formale, ma sviluppò anche un culto per l’apprendimento e l’allusione che caratterizzò il suo intero approccio all’arte. In accordo con le teorie dell’arte condivise, egli riteneva che la pittura di storia fosse il ramo più importante dell’arte, ma credeva che il ritratto potesse elevarsi dal ruolo tradizionale di mera ‘pittura del volto’ facendo riferimento alla grande arte del passato.

L’opera che sancì la fama di Reynolds,

Così, nell’opera che sancì la sua fama dopo che nel 1753 si era stabilito a Londra –Commodoro Keppel (1753-54, National Maritime Museum, Londra) -la posa eroica del modello è basata direttamente (benché al rovescio) su quella dell’ *Apollo del Belvedere, allora considerato l’ineguagliato ideale di bellezza maschile. Tuttavia, il suo approccio al ritratto non si limitava semplicemente a prendere in prestito pose da modelli consolidati: egli cercava di creare un’immagine che si addicesse al carattere e allo status sociale di ciascuna particolare persona che posava per lui. Nel ritratto di Keppel, per esempio, non allude solo a una statua antica ma ritrae con grande verve un uomo di azione del mondo contemporaneo.

Reynolds raggiunse velocemente una posizione di rilievo nella sua professione. Fino al 1758 ebbe circa centocinquanta modelli all’anno, e fino al 1764 guadagnò l’enorme somma annuale di 6000 sterline. Raggiunse il successo grazie al duro lavoro e all’amministrazione attenta degli affari oltre che al talento. Il giorno in cui divenne cavaliere (21 aprile 1769) la sua visita al Saint James Palace fu programmata fra due sedute con i clienti. Anche se mantenne sempre tracce delle sue origini provinciali (soprattutto l’accento del Devon), si sentiva completamente a suo agio con i suoi importantissimi committenti. Il suo allievo James Northcote disse che

“le sue maniere, la sua condotta e il suo comportamento erano amabili e affabili; il suo modo di fare era naturale e cortese… si diede da fare per passare a una più alta sfera della società più di quanto avesse mai fatto qualsiasi altro artista inglese. Procurò così ai Professori delle Arti una rilevanza, una dignità e una accoglienza di cui non avevano mai goduto in questo paese”.

L’elevazione sociale dell’artista da parte di Reynolds Joshua

L’elevazione sociale dell’artista da parte di Reynolds si deve non solo alla qualità intellettuale della sua opera, ma anche alla sua capacità di stare in società. È significativo che i suoi amici fossero soprattutto uomini di lettere -in particolare Samuel Johnson e Oliver Goldsmith -più che pittori come lui (James Boswell dedicò la sua famosa Vita di Johnson a Reynolds). Alla fondazione della Royal Academy, nel 1768, la sua nomina a presidente fu una scelta obbligata. Egli fece in modo che Johnson e Goldsmith fossero nominati professori onorari di storia antica e letteratura. Tra il 1769 e il 1790 tenne all’Accademia una serie di lezioni. Questi quindici Discorsi costituiscono uno dei contributi teorici più importanti da parte di un artista. Rappresentano l’espressione più compiuta della concezione accademica della grande maniera (ogni discorso fu prima pubblicato singolarmente e la prima raccolta apparve nel 1797).

Nel 1789 problemi di vista costrinsero Reynolds ad abbandonare la pittura, e alla morte era ormai quasi completamente cieco. Affrontò la malattia con ciò che l’amico Edmund Burke descrisse “una forza allegra e mite”. Fu sepolto nella cattedrale di St Paul con una cerimonia mai riservata prima a un pittore. I dieci che portarono la bara erano tre duchi, tre conti, due marchesi, un visconte e un barone.
L’abilità di Reynolds come ritrattista risiede soprattutto nella sua versatilità: la sua inesauribile gamma di soluzioni per rendere l’individualità di ogni modello, uomo, donna o bambino. Ruskin scrisse di lui:

“Tiziano dipingeva immagini più nobili e Van Dyck aveva soggetti più nobili, ma nessuno di loro rese in maniera acuta come Joshua ogni lieve sfumatura del cuore e del temperamento umano”.

I suoi dipinti di storia, risalenti soprattutto dalla fine della carriera, sono invece considerati eccessivamente retorici. Le opere di Reynolds fanno parte di numerose raccolte pubbliche, grandi e piccole, in Gran Bretagna e altrove. Molti dei suoi dipinti migliori sono ancora di proprietà delle famiglie per cui erano stati dipinti. La sua produzione fu così varia che nessuna singola raccolta può essere considerata completamente rappresentativa.
Frances Reynolds (1729-1807), sorella di Joshua e per molti anni sua governante, fu una pittrice amatoriale. Evidentemente non molto brava, perché delle copie che lei fece del suo lavoro lui affermò: “fanno ridere gli altri e piangere me”.

Nascita: Plympton 1723;
Morte: Londra 1792

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