Riapre lo storico “Camparino” dopo il restyling
Dopo un’intera giornata di festeggiamenti, ai quali ha partecipato anche il Sindaco Sala, oggi riapre lo storico “Camparino” in Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Tante le novità.
Dopo un lungo restyling riapre lo storico “Camparino”, il bar simbolo dell’aperitivo milanese. Anche se sarebbe riduttivo definirlo solo come locale per l’aperitivo, oggi più ancora di prima. La sua storia è centenaria. Infatti fu aperto da Davide Campari nel 1915, cinque anni dopo la firma del primo manifesto Futurista.
Ed ecco la sua storia
Tutto ebbe inizio nel 1867 quando Gaspare Campari, l’inventore del liquore rosso, si trasferì con tutta la famiglia nella Galleria Vittorio Emanuele II. Aveva aperto un ristorante, il Caffè Campari, con vista sul Duomo; al piano di sopra c’era l’abitazione. Nello stesso anno nacque Davide. Quando Gaspare lasciò il testimone ai figli, Milano stava cambiando. La città diventava industriale, le periferie si riempivano di ciminiere e le carrozze trainate da cavalli erano state sostituite da auto e tram. Davide, amico di Tommaso Marinetti e dei Futuristi intuì lo spirito dei tempi. Creò così il Camparino, simbolo di una città dinamica affollata da politici, artisti e uomini d’affari. Marinetti e Arrigo Boito usavano incontrarsi proprio lì.
Il restyling
L’architetto Piero Lissoni ha valorizzato gli spazi rendendoli più fruibili, pur mantenendo l’art nouveau del bar al piano terra. Il restauro ha ridato luce all’antico locale ma non ne ha intaccato l’atmosfera. Sono ancora lì il bancone enorme di legno massiccio creato dall’ebanista Eugenio Quarti, dove si miscelavano con sapienza seltz e Campari, l’enorme mosaico floreale del pittore Angelo d’Andrea e in alto i lampadari di Alessandro Mazzucotelli, il «mago del ferro», esponente del Liberty italiano.
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