riforma giustizia 30 luglio
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Riforma di Giustizia Cartabia rinviata in Aula a venerdì 30 luglio

La riforma di Giustizia Cartabia viene posticipata in Aula a venerdì 30 luglio

Il vicepresidente dell’assemblea Ettore Rosato ha annunciato oggi che la discussione sulla riforma di giustizia Cartabia, attesa in Aula alla Camera domani, è stata posticipata a venerdì 30 luglio. La decisione è stata presa dai capigruppo di Montecitorio insieme al presidente Roberto Fico.

Il rinvio a venerdì 30 luglio

La richiesta di rinvio da parte del presidente della commissione Giustizia Mario Perantoni del M5S, è sembrata inevitabile. La ragione risiederebbe nel fatto che non è ancora iniziata la discussione sui 1.631 subemendamenti– (di cui 917 del M5S) presentati sui 21 emendamenti originari.

La riforma di Giustizia

Questa riforma del processo penale apporterà dei cambiamenti anche ai tempi dei processi, cambiando le regole della prescrizione e introducendo il meccanismo dell’improcedibilità per la durata dei dibattimenti in Appello e in Cassazione. Ad ora è in corso la trattativa sulla possibilità di introdurre una norma transitoria, proposta dalla capogruppo del Pd Debora Serracchiani. Secondo la sua opinione, fino al 2024 la riforma funzionerebbe con 3 anni per i processi di Appello, poi a regime gli stessi dovranno durare due anni, e tre solo per i reati più gravi. Il M5S ha bocciato come “troppo poco” la proposta rispetto alle sue critiche alla riforma. Anche su questo punto si sta cercando un accordo.

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Discussione e voto

La discussione e il voto sulla riforma slitteranno alla prima settimana di agosto. nonostante l’intenzione del presidente del Consiglio Mario Draghi sia quella di chiudere la questione quanto prima. Già oggi, in consiglio dei ministri, Draghi potrebbe affrontare il tema della questione della fiducia. Il semestre bianco comunque inizia il 3 agosto, data a partire dalla quale la politica entra in un periodo in cui non è più possibile sciogliere le Camere. Il voto di Camera e Senato andrà quindi a settembre.

Le critiche per il rinvio

Il rinvio non è andato giù a Matteo Salvini che ha invitato Draghi “a tirare dritto”:

“Spiace che Pd e 5stelle stiano rallentando sulla giustizia, come sulla riforma fiscale o della burocrazia. Noi dobbiamo tornare a correre, a vivere. Quindi 900 emendamenti dei 5stelle per bloccare una delle riforme più importanti del governo non sono un buon servizio”.

Nemmeno Enrico Costa di Azione ha risparmiato le critiche:

“La riforma del processo penale era calendarizzata in aula Camera il 28 giugno: rinviata. Poi il 23 luglio: rinviata. M5S sta tenendo in ostaggio il governo. Il tempo è scaduto. Si vada avanti, senza Conte e i grillini. Ed il Pd smetta di inseguirli”.

La posizione del M5S

Il Movimento 5 Stelle di Conte e Bonafede continua a proclamarsi contrario alla riforma Cartabia che “farebbe cadere il 50% dei processi e metterebbe in pericolo la democrazia”.

Nonostante le molte critiche dei grillini però, oggi la sottosegretaria per il Sud Dalila Nesci in un’intervista al Mattino ha dichiarato:

“Lo strappo sulla giustizia non è la soluzione. Governo e Camere sono già al lavoro per trovare una mediazione”. La giustizia è un patrimonio democratico universale su cui ci sono sensibilità diverse. L’obiettivo è quello di non smantellare la riforma Bonafede. Ma è altrettanto vero che il Guardasigilli non è più del Movimento. In democrazia bisogna saper mediare e i nostri ministri in Cdm lo hanno fatto benissimo”.

 

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