Dizionario Arte

Riley, Bridget

Pittrice e disegnatrice britannica, tra i più noti rappresentanti della Op art insieme a Vasarely. L’interesse per gli effetti ottici derivava in parte dallo studio della tecnica del pointillisme di Seurat, ma quando all’inizio degli anni Sessanta si avvicinò alla Op art lavorava in bianco e nero. Passò al colore nel 1966, quando aveva già attirato su di sé l’attenzione internazionale (uno dei suoi dipinti fu usato nel 1965 per la copertina del catalogo di ‘The Responsive Eye’ al Museum of Modern Art di New York, la mostra che fece diffondere il termine Op art), e la consacrazione arrivò con la vincita del primo premio di pittura alla Biennale di Venezia del 1968. Il suo lavoro mostra una completa padronanza degli effetti caratteristici della Op art, in particolare per quanto riguarda le sottili variazioni di grandezza, forma o collocazione delle unità seriali all’interno di una struttura modulare. Le opere sono spesso di grandi dimensioni, tanto da rendere necessario l’aiuto di assistenti. I suoi dipinti spesso creano effetti ottici che confondono la vista, ma il ciclo decorativo realizzato all’interno del Royal Liverpool Hospital (1983) impiega rilassanti strisce azzurre, gialle, rosa e bianche, ed è stato riferito che da allora gli atti di vandalismo e i graffiti sono diminuiti. Ha realizzato anche scenografie, come per il balletto dal titolo Colour Moves (messo in scena per la prima volta al Festival di Edimburgo nel 1983): al contrario di quanto accade di solito, la realizzazione delle scene ha preceduto la composizione della musica e della coreografia. Riley ha compiuto numerosi viaggi, e una visita in Egitto nel 1981 ha influenzato la sua opera in modo particolare grazie ai colori dell’antica arte egizia.

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