Mame Moda Rita Hayworth, cento anni di una diva. Rita Hayworth
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Rita Hayworth, 100 anni di una diva

Avrebbe compiuto cent’anni proprio oggi, Rita Hayworth: l’indimenticabile Gilda

Capelli cotonati e occhi da cerbiatta. Pelle olivastra e sorriso travolgente: Rita Hayworth era un vulcano incontenibile di bellezza e spontaneità.

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La bellissima Rita in uno dei suoi celebri ritratti

La Gilda del cinema ha visto la luce in un fresco giorno d’autunno newyorkese. Era il 17 ottobre del 1918 quando emise il suo primo vagito.

Margarita Carmen Cansino – questo è il suo nome di battesimo – nacque dalla relazione tra il ballerino spagnolo Edoardo Cansino e Volga Hayworth, nota ballerina e attrice statunitense.

La sua fisicità prorompente ha incarnato perfettamente l’immagine della pin-up, che lei stessa ha interpretato con coscienza e straordinaria spontaneità.

Ballerina, attrice e cantante: la poliedrica Margarita conobbe il successo negli anni quaranta, consacrata sul grande schermo con la pellicola “Gilda“, diretta da Charles Vidor nel 1946.

 

“Ogni uomo che ho conosciuto e andato a letto con Gilda e si è svegliato con me”.

 

La “Dea dell’Amore” divenne il sogno proibito di intere generazioni di uomini e un’icona di stile per le donne dell’epoca. La sua bellezza latina inebriò i sensi maschili tanto che in molti le fecero la corte, diversi di loro ci finirono a letto ma solo uno conquistò il suo cuore: Orson Welles, famoso regista che sposò in seconde nozze nel 1943.

I due, genitori di Rebecca morta nel 2004, divorziarono solo cinque anni dopo ma la loro relazione, sebbene breve, fu travolgente.

 

“Quello che mi sorprende più della vita non sono i matrimoni che falliscono, ma i matrimoni che durano”

 

Tra le relazioni rese pubbliche si ricorda quelle con Glenn Ford ed Edward C. Judson, che sposò solo per convenienza.

Il declino di un mito.

La notorietà è come un gioco d’azzardo. Bisogna avere le carte vincenti per portarsi a casa la vittoria.

Per Rita Hayworth, però, la carriera non fu sempre costellata da successi. L'”Atomica” che tutti conobbero – appellativo che le fu attribuito dopo il lancio di una bomba atomica sulla quale fu affissa una sua immagine – conobbe anche la disfatta.

Fu la pellicola Lona Hanson – personaggio femminile espressamente scritto per lei – a gettare ombre sulla sua carriera. Il rifiuto della Hayworth scatenò l’ira dei fratelli Cohn – co-proprietari della Columbia – tanto che la loro versione, accusatrice nei confronti dell’attrice che con la sua scelta provocò il licenziamento di molti addetti ai lavori, ribaltò il giudizio positivo dell’opinione pubblica; la stessa che non le perdonò le terze nozze con Aly Kahn, il figlio dell’imam islamico Aga Khan III da cui ebbe la secondogenita Yasmin.

A gettare paglia sul fuoco fu la scomunica di papa Pio XII che provocò una serie di reazioni a catena.

Per fuggire dalle feroci critiche che le furono scagliate addosso abbandonò la sua terra d’origine per trasferirsi in India dove, in barba alle minacce dei Cohn, lasciò il cinema dedicandosi alla vita da principessa.

Ma l’idillio amoroso con Kahn scemò negli anni. Dopo il divorzio ritorna nuovamente in America e, al verde, si ritrova a bussare alla porta dei fratelli Cohn. A lei, da quel giorno, furono riservati solo ruoli da prostituta o da alcolizzata.

La sua carriera fu interrotta negli anni Sessanta quando gli inizi dell’Alzheimer la costrinse lontano dalle scene.

Muore divorata dalla malattia a soli sessantotto anni, il 14 maggio del 1987.

 

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