Rolling Stones: il disco Let It Bleed veniva pubblicato 49 anni fa.
Musica

Rolling Stones: let it bleed pubblicato 49 anni fa

Il disco Let It Bleed dei Rolling Stones veniva pubblicato il 28 novembre 1969 dalla London Records.

28 novembre 1969 let it bleed

Sono passati 49 anni dalla pubblicazione di Let It Bleed, il disco della famosa band Rolling Stones. Un album importante, in quanto è l’ultimo in cui compare Brian Jones e il primo in cui c’è un apporto musicale del sostituto Mick Taylor.

Uscito dopo il tour del 1969 del gruppo, Let It Bleed si è classificato primo nelle classifiche inglesi, rubando il podio ad Abbey Road dei Beatles. E, nelle classifiche americane, il disco si è posizionato al terzo posto.

Nel 2003, inoltre, la rivista che prende il nome dalla band, Rolling Stones, ha assegnato al disco il 32° posto nella classifica dei migliori 500 album di tutti i tempi. Un album, insomma, che ha avuto un grande successo e che, ancora oggi, resta tra i classici della musica.

La fine del sogno

Ma Let It Bleed non è un disco importante solo perché ebbe successo. Si tratta infatti di un album nato in un periodo storico-culturale molto delicato: gli ideali hippie di pace e amore sono morti. Nel mondo dilaga la violenza, la follia e la guerra: basti pensare alla morte di Martin Luther King e di Robert Kennedy, entrambi assassinati. O alla guerra del Vietnam, sanguinosa e spietata. E cosa dire degli atti orrendi compiuti da Charles Manson e dai suoi seguaci esaltati?

Il mondo, insomma, sembra precipitare sempre di più nel baratro. E i Rolling Stones, nel loro disco, raccontano il dolore, la paura, il tormento, l’amore, la violenza e tutte le altre emozioni che caratterizzano quell’epoca.

L’uscita di questo disco rappresenta uno spartiacque decisivo nella carriera degli Stones e nella storia del rock. È il disco che segna l’addio alle melodie psichedeliche – una voga seguita forse un po’ pedestremente da Jagger e soci. Sitar, testi nonsense, allucinogeni erano già stati abbandonati con il precedente Beggars Banquet, che già conteneva in toto il sound ruvido dei futuri Stones:

la dichiarazione a proposito di questo necessario cambio di rotta è stata sintetizzata da Keith Richards: “C’è un netto cambiamento fra il materiale di Their Satanic Majesties Request e Beggars Banquet. Mi ero stancato di quella merda del Maharishi, delle perline e dei campanelli.”  (According to the Rolling Stones, Mondadori, Milano, 2003).

L’addio di Brian Jones

Il 1969 è un anno tragico anche per la band. Nel giugno di quell’anno, la band si riunì a casa di Brian Jones, il quale non poteva seguire il gruppo in tournée a causa dei suoi problemi con la giustizia britannica. Keith Richards, in seguito, raccontò di aver parlato con Jones, chiedendogli se fosse disposto a continuare a far parte della band, pur sapendo già qual era la risposta.

Un mese dopo, il 3 luglio 1969, Brian Jones venne ritrovato morto nella piscina della sua casa. L’ex membro dei Rolling Stones era affogato, essendosi trovato in acqua sotto l’effetto della droga.

La copertina

Merita invece tutta un’altra storia il racconto sulla realizzazione della curiosa e goliardica copertina del disco, che vede campeggiare su uno strato d’oggetti assurdamente accatastati l’uno sull’altro una torta con le sagome dei componenti della band.

A realizzare la cover è stato Robert Brownjohn (chiamato in causa dall’amico Keith Richards) al quale era stato chiesto di realizzare la torta più pacchiana e assurda che si potesse fare. Volgare o meno, la copertina è stata esposta MoMa di New York nel 2013. Due anni dopo l’uscita dell’album Sticky Fingers, con un’altra copertina che fece storia e ancora più clamore.

I brani

Let it Bleed presenta almeno 3 pezzi indimenticabili: la title track country e sghemba, la trascinante ballata antimilitarista Gimme Shelter (che contiene i versi War, children, it’s just a shot away / It’s just a shot away / Rape, murder! / It’s just a shot away) e la finale You Can’t Always Get What You Want, una sorta di versione ribaltata dell’anthem (I Can’t Get No) Satisfaction: 

al posto dell’inno alla ribellione del loro pezzo più celebre ecco infatti, introdotta da cori angeliche, un’invito in musica alla mediazione e alla riflessione dopo la sbornia dei Sixties. Altre atmosfere di paura e di morte sono presenti nella sinistra e blues Monkey Man e Midnight Rambler, dedicata allo storia di Albert DeSalvo, lo strangolatore di Boston.

Ecco tutti i brani contenuti nel disco:

  • Gimme Shelter
  • Love in Vain
  • Country Honk
  • Live with Me
  • Let It Bleed
  • Live with Me
  • You Got the Silver
  • Monkey Man
  • You Can’t Always Get What You Want

 

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