Dizionario Arte

Rosenquist, James

Artista americano. Formatosi a New York (alla Art Students League), entrò in contatto con alcuni dei maggiori esponenti della pop art americana (*Johns, Rauschenberg, Oldenburg). Iniziò a lavorare come cartellonista, esperienza che si rivelò decisiva per la sua carriera artistica e per l’angolazione critica da lui assunta nel vasto panorama della pop art. Rosenquist riflette sul potere della pubblicità, che offre, ad ogni angolo di strada, un mondo meraviglioso per ogni uomo, mondo in cui l’essere umano inconsciamente sprofonda.

La ricerca di Rosenquist attinge al mondo del mercato e del consumo, ma la sua riflessione sui materiali e il suo intervento su di essi appaiono diversi da quelli dei colleghi sopra citati o di Andy Warhol; nelle sue opere l’esteriorità totale dell’immaginazione pubblicitaria viene ingigantita, arrivando talora a saturare tutto lo spazio a disposizione e l’orizzonte visivo del nuovo fruitore (F-111, 1965; Forest Ranger, 1967), denunciando la componente accattivante dei messaggi. Rosenquist scompone il messaggio pubblicitario, arrivando a sconvolgerne la compattezza logico-narrativa e restituendo un’opera che agisce sull’inconscio dell’individuo in maniera affatto differente, mettendolo di fronte ad una nuova apertura che crea uno stato di incertezza, di inquietudine, fino a capovolgere e ad anare la promessa pubblicitaria (White Cigarette, 1962; Woman II, 1963; Joan Crawford Says…, 1964). Le opere di Rosenquist restituiscono, a uno stato residuale, sezioni della mentalità americana, spaccati massificati dell’american way of life, così com’è esibito ed esplicitamente manifestato sui muri e per le strade, giocando a mischiare i segni e a confondere il senso.

Nascita: Grand Forks 12387; :

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