Dizionario Arte

Rosso Fiorentino

Pittore e decoratore fiorentino; Vasari scrisse che non volle legarsi a nessun maestro (aneddoto che conferma la sua indipendenza di spirito), ma in gioventù apprese molto da Andrea del Sarto, e con l’allievo di Andrea Pontormo (amico di Rosso e stretto contemporaneo) fu uno dei maggiori artisti della prima fase del periodo *manierista. La sua opera fu di grande raffinatezza e varietà di ispirazione, spaziando dall’aggraziata eleganza dello Sposalizio della Vergine (1523, San Lorenzo, Firenze) alla violenta energia di Mosè difende le figlie di Jetro (1523, Uffizi, Firenze) e all’inquietante intensità della Deposizione (1521, Pinacoteca Comunale, Volterra).

Nel 1523 Rosso lasciò Firenze per Roma, dove rimase fino al Sacco del 1527, e quindi lavorò per brevi periodi in parecchie città italiane fino al 1530, quando fu invitato in Francia da Francesco I. Lui e Primaticcio furono gli artisti più importanti che presero parte alla decorazione del Palazzo Reale di Fontainebleau, e uno dei creatori della particolare declinazione del manierismo francese associata alla scuola di Fontainebleau. Qui l’opera principale di Rosso è la Galleria di Francesco I. Dai suoi disegni furono tratte molte incisioni, e la sua influenza sull’arte francese fu grande. Vasari raccontò che si uccise per il rimorso dopo aver falsamente accusato un amico di avergli rubato del denaro; non ci sono elementi per provare che questa storia sia vera, ma nemmeno che la contraddicano.

Nascita: Firenze 1494; Morte: Fontainebleau o Parigi 1540

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