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Russia e Ucraina, i motivi e i perché alla base della crisi: siamo prossimi alla guerra?

Crisi tra Russia e Ucraina: quali sono i motivi e perché c’è il rischio di un conflitto?

Le tensioni tra Russia e Ucraina hanno motivi e perché molto profondi da ricercare nella storia. Nonostante i diversi tentativi diplomatici, anche con l’intervento dei Paesi Occidentali, la crisi si fa sempre più esasperata, fino al punto da sembrare a un passo dall’invasione armata. Ma quali sono veramente le cause di questa crisi? Cosa c’è alla base?

Russia – Ucraina: i motivi e i perché storici

Innanzitutto, per capire l’origine delle attuali tensioni bisogna ritornare al 1991, quando avveniva la dissoluzione dell’Unione Sovietica. In quel momento l’Ucraina ottenne la propria indipendenza, lasciando però una ferita aperta a Mosca, convinta di avere un “diritto storico” su quella che è da sempre considerata la “Piccola Russia“. Putin solo l’anno scorso definiva “un’unica nazione” la Russia e l’Ucraina.

Inoltre, nel 2014 il popolo ucraino arrivò a cacciare dal paese il presidente filorusso Viktor Yanukovich. In quell’occasione, venne instaurato un governo ad interim filoeuropeo non riconosciuto da Mosca. Oggi, infatti, le generazioni più giovani spingono sempre di più l’Ucraina verso l’Europa. Anche l’attuale presidente, Volodymyr Zelensky, eletto nel 2009, è molto vicino all’Occidente.

Perché la Russia teme l’ingresso dell’Ucraina nella Nato?

La Russia e l’Ucraina condividono un confine di oltre 2mila chilometri, concentrati in una posizione molto strategica dal punto di vista geopolitico ed economico. Il problema ricade sul fatto che l’Ucraina è intenzionata ad entrare nella Nato, l’alleanza tra i Paesi dell’Europa e dell’America del Nord. Ma la Russia si è sempre opposta a questa possibilità.

Secondo Putin l’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza atlantica costituirebbe un punto di non ritorno. Il Cremlino vuole mantenere la propria sfera di influenza nell’area dei territori dell’Est Europa, dove dal 1997 sono diventati membri della Nato molti Paesi tra cui Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia e non solo.

Dopo l’incontro con Macron dello scorso 7 febbraio, Putin aveva fatto un riferimento al proprio arsenale atomico, affermando: «Lo capite che se l’Ucraina entra nella Nato e tenta di riprendersi la Crimea, i Paesi europei saranno trascinati in guerra contro la Russia? Ovviamente i potenziali militari di Russia e Nato sono imparagonabili. Ma sappiamo che il nostro Paese è uno dei più dotati di armamenti nucleari. Non ci saranno vincitori. Voi europei sareste trascinati in una guerra contro la vostra volontà».

È reale il rischio di invasione?

Negli ultimi mesi, oltre centomila soldati russi sono stati schierati al confine meridionale, rafforzati dal sostegno dei separatisti Donbass. Come giustificazione a tutto ciò, Mosca risponde di poter muovere le proprie truppe militari a suo piacimento all’interno del territorio nazionale. Il tutto condito da minacce di varia natura a Kiev in caso di azioni provocatorie.

Putin ha già dimostrato la sua capacità di attaccare dei territori particolarmente contesi. Basti pensare alla Cecenia nel 1999, alla Georgia nel 2008, alla stessa Ucraina nel 2014 e alla Siria nel 2015. Ma questa volta, la differenza sta nell’approccio inusuale della diplomazia. Casa Bianca, Nato e Unione Europea stanno diffondendo informazioni di intelligence, minacce e accuse di vario genere per evitare una guerra.

Tutto ciò ha inevitabilmente esposto al pubblico mondiale le posizioni occidentali su come affrontare la crisi.

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Russia-Ucraina, i motivi e i perché: l’intervento di Usa e Ue

Gli Stati Uniti da un lato vogliono limitare l’influenza di Vladimir Putin, temendone un’espansione nell’Est Europa. Ma dall’altro vogliono difendere il principio per cui ogni Paese detiene il diritto di scegliere il proprio destino e le proprie alleanze. L’Ucraina è una democrazia liberare: la sua popolazione possiede una libertà di cui i cittadini russi non godono. Possono protestare, votare, criticare. E anche per questo Putin vorrebbe invaderne il territorio: perché teme che il modello ideologico democratico potrebbe minacciare il popolo russo.

E poi c’è l’Unione Europea, già preoccupata per le conseguenze di un’eventuale guerra. La questione più critica e centrale è legata all’approvvigionamento del gas. Nei Paesi europei, infatti, il 40% del gas proviene proprio da Mosca. Inutile dire che, in caso di conflitto, l’Europa rischierebbe uno shock energetico del gas e la distruzione dei propri rapporti commerciali con la Russia.

 

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Editor: Susanna Bosio

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