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Russia: il governo di Mosca brucia enormi quantità di gas al confine con la Finlandia. Persi 10 milioni di euro al giorno

Perché la Russia brucia il gas al confine con la Finlandia?

Mentre i prezzi del gas schizzano alle stelle in tutta Europa, in Russia il governo di Mosca brucia nei pressi della Finlandia circa 4,34 milioni di metri cubi di gas al giorno per un valore di 10 milioni di euro. Tutto questo avviene nell’impianto di Portovaya, al confine finlandese. A rivelarlo è un’analisi della società norvegese Rystad Energy pubblicata dalla Bbc.

Da settimane proprio a Portovaya, a nord-ovest di San Pietroburgo, si leva un’enorme fiamma visibile dalla costa finlandese e rilevata anche dal sistema di monitoraggio satellitare della Nasa. Dalle immagini dell’emittente britannica è possibile osservare la radiazione infrarossa provocata dalla combustione di tutto quel gas.

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Russia: il governo di Mosca brucia il gas vicino alla Finlandia

Secondo molti esperti, il gas che in questo momento viene bruciato era quello inizialmente destinato alla Germania. Portovaya, infatti, si trova nei pressi di una stazione di compressione del gasdotto Nordstream 1 che trasporta il gas a Berlino. Da metà luglio le forniture attraverso il gasdotto sono ridotte, cosa che Mosca ha attribuito a svariati problemi tecnici. Ma il governo tedesco ha sempre sostenuto che si trattasse di una mossa politica legata all’invasione dell’Ucraina.

Mark Davis, amministratore delegato di Capterio, ha spiegato che la società finlandese Gasum lo scorso maggio aveva annunciato di non voler pagare il gas russo in rubli come richiesto dal Cremlino. Così Mosca, piuttosto che consegnare il gas a queste condizioni, preferisce bruciarlo. Questa sarebbe l’unica opzione per non rischiare di chiudere l’impianto, la cui successiva riapertura sarebbe estremamente difficile e costosa.

La Russia brucia il gas verso la Finlandia: quali le conseguenze?

“Non ho mai visto un impianto di Gnl infiammarsi così tanto”, ha detto Jessica McCarty, esperta di dati satellitari alla Miami University. Proprio lei ha spiegato che già a giugno era stato rilevato questo enorme e preoccupante picco e che da allora è rimasto anormalmente molto alto.

Gli scienziati ritengono che le enormi quantità di anidride carbonica e fuliggine rilasciate dalla combustione del gas possano provocare danni ingenti all’ambiente. Inoltre, tutto ciò ha lasciato di gran lunga interdetti gli analisti, costretti a osservare l’aumento dei prezzi dell’energia in tutta Europa mentre in Russia si compie un tale scempio.

 

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Editor: Susanna Bosio

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