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Salario minimo: raggiunto l’accordo in Europa, ma in Italia? Ecco come cambieranno gli stipendi

L’Europa arriva alla direttiva sul salario minimo

In Europa è stato raggiunto un accordo sul salario minimo. La comunicazione è arrivata tramite Twitter dalla Commissione Affari Sociali del Parlamento Europeo. Per stamattina è prevista una conferenza stampa che ne illustrerà i dettagli.

Dalle prime indiscrezioni, la direttiva Ue non imporrà minimi e massimi salariali, ma punterà ad istituire un quadro sui salari minimi adeguati ed equi. Spetterà poi ai singoli Paesi membri recepirla.

Salario minimo: cosa introduce la direttiva dell’Europa?

Il Consiglio d’Europa ha spiegato che la direttiva stabilisce un quadro procedurale per l’adeguamento dei salari minimi legali in tutta l’Ue, che siano “adeguati ed equi“. Essa promuove la contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari, migliorando l’accesso alla tutela garantita dal salario minimo per tutti i lavoratori. L’obiettivo è “garantire una vita dignitosa ai lavoratori e ridurre la povertà lavorativa”.

Tra le misure introdotte dalla direttiva, vi sono anche i controlli da parte degli ispettorati del lavoro, per mettere in atto le azioni di contrasto ai datori di lavoro non conformi. Inoltre, gli Stati membri che prevedono già un salario minimo legale sono invitati ad aggiornare le proprie procedure seguendo una serie di criteri chiari. Gli aggiornamenti dovranno avere luogo almeno ogni due anni.

I Paesi in Europa con il salario minimo

Attualmente il salario minimo viene applicato in 21 Paesi sui 27 totali dell’Unione Europea. Gli unici a non averlo sono Italia, Finlandia, Danimarca, Svezia, Austria e Cipro. Le differenze tra i salari minimi sono comunque piuttosto notevoli. In Bulgaria, ad esempio, è di 332 euro al mese. Mentre nel Lussemburgo arriva a 2 mila. Sono otto gli Stati dove si supera la quota 1.000 euro: Spagna, Germania, Francia, Belgio, Slovenia, Irlanda e Paesi Bassi.

L’intenzione delle istituzioni europee è innanzitutto quella di rispettare le differenze dei modelli di mercato del lavoro tra gli Stati membri. Arrivando, tuttavia, a garantire un tenore di vita decoroso, ridurre le disuguaglianze e i contratti precari. Inoltre, si mira a rafforzare la copertura della contrattazione collettiva, che dovrebbe venire fissata ad un soglia tra il 70% e l’80%.

Europa: il salario minimo in Italia

E mentre la Germania si prepara ad introdurre il prossimo ottobre il salario minimo di 12 euro all’ora, l’Italia rimane ancora senza alcuna iniziativa in merito. La proposta di cui si discute nel nostro Paese prevede un reddito minimo del 50%/60% sul salario mediano loro. Valori che nel settore privato corrispondono rispettivamente a 7,60 e 10,59 euro. Significherebbe avere salari netti di poco più di mille euro al mese.

In Italia il tema del salario minimo divide le forze politiche del governo di Mario Draghi. I 5 Stelle con Giuseppe Conte spingono per l’approvazione in tempi rapidi. Posizione su cui si allineano il Partito Democratico e il ministro del lavoro Andrea Orlando. A pensarla diversamente sono i partiti del centrodestra. Il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta si è schierato contro per una questione “culturale”. Meno perentorio, invece, si è mostrato Matteo Salvini, per cui è giusto aprire il dibattito sul salario minimo, anche se ora non è una priorità per la Lega.

 

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Editor: Susanna Bosio

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