35 edizione Salone del libro: attraverso le dimensioni
Milano,  Attualità

SALONE DEL LIBRO A MILANO: PERCHÉ GLI EDITORI SBAGLIANO

Decisione contrastata all’interno della Aie sul trasferimento del Salone del libro a Milano: Feltrinelli e i medi/piccoli editori contrari, favorevoli Aie e Mondadori

Per riprendere la storia degli albori, il Salone del Libro di Torino nasce per l’imprenditorialità di Guido Accornero (allora grande azionista di Einaudi) e il sostegno di istituzioni piemontesi come Regione, Comune, fondazioni bancarie (…). Un’impresa coraggiosa, che si è sviluppata tra varie vicende, alcune delle quali francamente disdicevoli, ma con un’impronta di pubblico e professionale (venditori, editori, grossisti, addetti ai lavori). Milano ha “subìto”, protestando sommessamente e immaginando da anni un trasferimento in città del Salone. Nasce poi Book City per iniziativa di chi vi scrive, delle fondazioni e delle case editrici, che integra con manifestazioni prestigiose della durata di un weekend, un evidente bisogno di cultura editoriale a Milano, in un bacino di utenza molto forte come la Lombardia.

La decisione dell’Aie a maggioranza di trasferire il Salone a Milano è prepotente, ottusa e non risolve i più grandi problemi del mercato del libro, che sono:

  1.  La legislazione anti trust che non esiste, vedasi il caso Mondadori-Rizzoli.
  2. La difficoltà di accedere alla distribuzione da parte dei piccoli e medi editori.
  3. La continua diminuzione delle librerie e la stentata partenza delle vendite online in un mercato che vale metà di quello francese e un quinto di quello tedesco.

Quindi d’accordo con il ministro Franceschini, che gli editori ci ripensino.

 

Alessandro Dalai

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