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Spettacolo,  Musica

Sanremo 2020 e gli outsider del passato

Sono apparsi, nelle edizioni del passato, come alieni all’Ariston. Indifferenti alla rima baciata cuore-amore, hanno portato aria fresca al Festival di Sanremo, facendosi conoscere al grande pubblico. In attesa di Sanremo 2020, ripercorriamo la storia di questi outsider

Manca poco al via della 70a edizione del Festival di Sanremo 2020. Sono anni che il festival, da puro evento nazional popolare, ha calato il tiro della qualità, richiamando nelle sue fila i vincitori di talent show e affini. Pare difficile (ma non impossibile) che quest’anno possano presentarsi all’orizzonte particolari sorprese, veri outsider rari ma pu presenti nelle passate edizioni, capaci di cambiare a modo loro il consueto destino del Festival.

Nada

Fino agli anni ’60 il Festival era splendido quanto tradizionalista: vincevano i Villa, i Modugno e poi ancora i Modugno e i Villa; poi ci fu l’incursione dell’incantevole ma dimessa Gigliola Cinquetti con la sua ‘Non ho l’età’ .

La prima vera ‘ribelle’ a farsi strada a Sanremo fu però la sedicenne livornese Nada che arrivò quinta con ‘Ma che freddo fa’. Una prova della sua diversità dal parterre consueto delle star? Il suo terzo album, del ’73: ‘Ho scoperto che esisto anch’io’, scritto dal pirata dei cantautori italiani, il suo amico e conterraneo Piero Ciampi. Un album che è una dichiarazione di cupa angoscia esistenziale, uno sputo alla famiglia e alla coppia, un inno all’indipendenza erotica e intellettuale.

Giorgio Faletti

Andiamo a 20 anni dopo: l’anno della vittoria di Aleandro Baldi con ‘Passerà‘. Al secondo posto in classifica troviamo Signor Tenente’  di Giorgio Faletti, che tutti ricordano come ‘Minchia, signor tenente’ la prima vera parolaccia da festival, un testo agli antipodi rispetto ai canoni del festival, per un personaggio ai tempi conosciuto come comico, che fece così il suo tentativo con la musica e qualche tempo dopo trovò il grande successo anche come romanziere, grazie ai suoi thriller.

Elio e le Storie Tese

Due anni dopo arrivarono gli anarchici e dirompenti Elio e le Storie Tese piazzandosi al secondo posto con ‘La terra dei cachi’, un pezzo sull’Italia e l’irresistibile triade pizza, pizzo, pinze (un riferimento al casi di cronaca di una troupe medica negligente che lasciò gli strumenti del mestiere nel corpo del paziente)…La band denunciò la truffa, l’imbroglio: i dati reali gli avrebbero premiati, ma logiche discografiche non potevano permettere che arrivassero in vetta, conquistata dal brano più mansueto e consueto di Ron.

Piccola Orchestra Avion Travel

Nel 2000, in quella che fu una delle edizione di maggiore qualità degli ultimi 20 anni (parteciperanno, con ottimi brani, Max Gazzè, Bersani, Carmen Consoli, Alice) la spuntò, stupendo tutti, la Piccola Orchestra Avion Travel, con un cantante – Peppe Servillo – dal viso espressionista, da Pulcinella, e con un brano, ‘Dormi e sogna‘, senza vero ritornello, onirico e surreale. Vinse la qualità, anche grazie alle scelte del responsabile della giuria di qualità, il compositore Michael Nyman.

Tricarico

Per il prossimo cantante autarchico di successo bisognerà aspettare il 2008, l’anno di Tricarico e della sua ‘Vita tranquilla’. Stonato, sgraziato, imbarazzato e imbarazzante alle interviste, un Pierrot lunare calato sulla terra: il suo brano è l’antitesi della ‘Vita spericolata’ di Vasco Rossi; piacque proprio per la sua sghemba imprevidibilità, conquistando il premio Mia Martini.

Sanremo negli ultimi anni, verso il 2020

Negli ultimi anni c’è stato poco di cui sorprendersi: hanno trovato la propria fama al festival, donandogli un po’ di colore, ‘I bambini fanno Oh‘ di Povia, la filastrocca a prova di scemi ‘Semplicità’ Arisa che colpì per la (costruita) ingenuità e il look fuori dal tempo.

Le edizioni del 2017 e del 2018 hanno però rialzato il livello di originalità del festival. Il 2017 è stato l’anno di Francesco Gabbani che con la canzone Occidentali’s Karma, contenente moltissimi riferimenti culturali, ha citato in modo interessnate la “scimmia nuda” dell’etologo britannico Desmond Morris. La scimmia nuda di Morris sta a significare come l’uomo, che dovrebbe essere tanto evoluto, spesso si comporta invece come una scimmia.

Nel 2018 hanno invece vinto Fabrizio Moro e il giovane cantautore albanese Ermal Meta con il brano Non Mi Avete Fatto Niente, una canzone molto toccante che tratta temi come la guerra e soprattutto il terrorismo. Negli ultimi anni si è visto un aumento di atti terrostici in Europa e nel mondo, dunque il tema è più che mai attuale. Emozionante il momento del brano in cui i due cantano che la migliore arma contro la violenza è “il sorriso di un bambino”.

Mahmood

L’anno scorso ha vinto Mahmood con il brano Soldi, prodotto da Charlie Charles. La canzone del giovane milanese, che parla di una famiglia dove il padre se n’è andato, è stata la sorpresa più lieta degli ultimi anni. Il sound è accattivante, così come il ritornello che si è ormai conficcatto nella mente di ognuno di noi. Inoltre il timbro vocale di Mahmood è stupefacente e si sposa bene con la melodia. Infine bella l’idea di inserire anche parole in arabo (Mahmood è di origini egiziane), creando così un interessante mix linguistico all’interno del brano.

Verso Sanremo 2020

E Sanremo 2020? Speriamo di non annoiarci. Forse, chi lo sa, a Sanremo 2020 irromperà un gruppo rock irriconoscibile, gli esplosivi M5S, con un certo Beppe Grillo urlante alla voce, tale Alessandro Di Battista alla chitarra e Di Maio al basso, alle loro spalle una composta batterista con il tic d’aggiustarsi di continuo il ciuffo: la flemmatica Virginia Raggi.

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