Dizionario Arte

Sartorio, Giulio Aristide

Pittore italiano. Nato in una famiglia di scultori, si formò frequentando i corsi dell’Istituto di Belle Arti di Roma e studiando l’arte antica nei musei della città. Ispiratosi in un primo periodo alla pittura di Mariano Fortuny, nel 1883 esordì all’Esposizione di Belle Arti di Roma con Dum Roma consulitur, morbus imperat, più comunemente noto come Malaria, dipinto di intonazione verista connotato da una tematica sociale. Importante per l’evoluzione del suo linguaggio fu la vicinanza al gruppo di artisti riuniti attorno a Nino Costa, fondatore dell’associazione In Arte Libertas e figura chiave nell’aggiornamento sulle correnti artistiche europee. Verso la fine degli anni Ottanta si accentuò l’interesse per la pittura preraffaellita, evidente in opere come Vergini savie e Vergini folli (1890, Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma), approfondito grazie a un viaggio a Londra nel 1893. L’opera di Sartorio si colloca a cavallo tra simbolismo (La Gorgone e gli Eroi, 1899, GNAM, Roma) e classicismo caratterizzato da richiami michelangioleschi (fregio parietale per Palazzo Montecitorio, Roma, 1902-1918), a cui si aggiungono influssi liberty in parte dovuti alla residenza in Germania per l’incarico di professore all’Accademia di Weimar (1886-1900). Illustrò anche alcuni testi, tra cui Isaotta Guttadauro di D’Annunzio (1886) e si interessò di fotografia e di cinema. Nascita: Roma 1860; Morte: Roma 1932

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