Sciopero dei balneari
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Sciopero dei balneari nel secondo venerdì di agosto dalle 7:30 alle 9:30. Sib e Fiba aderiscono, Assobalneari e Federbalneari no

Il giorno dello sciopero dei balneari è arrivato. Questa mattina gli stabilimenti hanno aperto solamente a partire dalle 9:30, anziché dalle 7:30. Due ore di chiusura per protestare contro le mancate risposte da parte del Governo sulla spinosa questione delle concessioni balneari.

Sciopero dei balneari di venerdì 9 agosto: la categoria si spacca

La prima mattinata di venerdì 9 agosto è stata caratterizzata dalla chiusura degli stabilimenti balneari sulle spiagge italiane, in seguito allo sciopero della categoria, che ha voluto così lanciare un segnale di protesta contro le mancate azioni del governo relativamente all’ interminabile questione delle concessioni, che dovrebbero scadere alla fine del 2024.

L’orario scelto, le due ore tra le 7:30 e le 9:30, è quello meno affollato, in modo da non creare enormi disagi ai tantissimi turisti che affollano i lidi italiani, ma comunque ombrelloni e lettini sono rimasti chiusi. Nonostante ciò chi voleva godersi il primo mare della giornata ha potuto ugualmente recarsi in spiaggia, dove i bagnini erano presenti.

Sciopero dei balneari
Sciopero dei balneari, ombrelloni e lettini chiusi dalle 7:30 alle 9:30 di venerdì 9 agosto

Lo sciopero ha tuttavia spaccato la categoria dei balneari, vista la diversa presa di posizione delle varie sigle sindacali e associazioni: da un lato Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti hanno aderito alla mobilitazione, dimostrandosi disponibili a spiegare le loro motivazioni, mentre dall’altro Assobalneari e Federbalneari hanno deciso di non partecipare, definendo questa protesta “un’iniziativa spot”.

In particolare Assobalneari aveva fatto sapere di non voler sostenere la protesta

per non penalizzare migliaia di consumatori che hanno scelto gli stabilimenti balneari italiani per le loro vacanze.

Le aziende associate ad Assobalneari, ma anche al sindacato La Base Balneare con Donnedamare si sono dunque astenute dallo sciopero e i presidenti Fabrizio Licordari e Bettina Bolla sono convinti della scelta:

Bisogna sostenere la validità della mappatura fatta dal governo italiano, secondo cui il 67% delle coste è disponibile al libero mercato.

Di avviso opposto è Antonio Capacchione, presidente di Sib (Sindacato Italiano Balneari), che invece aveva affermato:

Sarà uno sciopero gentile. A chi non ritiene di aderire dico: scegliete un’altra iniziativa, ma non fare nulla è sbagliato.

 

Rispondendo alle associazioni dei consumatori contrarie all’iniziativa, come il Codacons, aveva inoltre precisato:

Chiuderemo gli ombrelloni dalle 7.30 alle 9.30, le due ore mattutine in cui di solito c’è pochissima gente. E ai pochi ospiti offriremo caffè, brioche, io in Puglia darò pane e pomodoro e frutta. Se penalizziamo gli utenti? Ma lo facciamo anche per loro. Con le gare al rialzo succederà quello che è successo a Jesolo, dove hanno tolto le spiagge ai vecchi concessionari ed è arrivato Mr.Geox che ha raddoppiato le tariffe.

Sciopero dei balneari
Le associazioni Fiba e Sib hanno aderito alla protesta

Anche il presidente di Fiba (Federazione Italiana Imprese Balneari) Maurizio Rustignoli ha spiegato la posizione della sua federazione, stimando un’adesione dell’80% e chiarendo che comunque gli altri servizi, dai bagnini, alle docce e ai servizi igienici, sarebbero stati garantiti:

Non è uno sciopero di bandiera, è nell’interesse generale della categoria. Siba e Fib rappresentano in Italia quasi il 90% degli operatori balneari.

Dalla Versilia a Rimini: i primi dati sullo sciopero dei balneari e le considerazioni sull’adesione

I dati emersi poco dopo le 9:30 mostrano una situazione in cui l’adesione allo sciopero varia da zona a zona ed è inevitabile che le associazioni coinvolte si scontrino sui numeri.

In Versilia, dove l’assistenza dei bagnini era garantita ovunque, ha sostenuto l’iniziativa circa il 25% degli imprenditori, anche se a Camaiore si sono toccate punte del 100%; più basse invece le percentuali nelle altre località di punta, Viareggio, Forte dei Marmi e Pietrasanta.

Più alto il dato nelle Marche e ad Ostia: nel primo caso la percentuale si è aggirata intorno al 50%, mentre nel secondo caso la protesta è stata totale, tanto che Edoardo Moscara, rappresentante locale della categoria, ha tuonato:

Il governo va in ferie e noi chiudiamo gli ombrelloni.

Sciopero dei balneari
C’è scontro tra le associazioni sui dati sullo sciopero dei balneari

Più morbido lo sciopero in Liguria e a Rimini; gli imprenditori liguri hanno parlato di un’adesione del 90%, ma hanno anche offerto la colazioni ai bagnanti, accogliendoli e spiegando loro la motivazione della protesta. Più particolare invece la situazione a Genova, dove, nonostante gli imprenditori condividano le motivazioni dell’iniziativa, sono stati tantissimi gli stabilimenti aperti, dato che lì le gare sono già state fatte.

A Rimini gli imprenditori locali hanno sì aderito allo sciopero, ma con l’obiettivo di limitare al minimo i disagi per i clienti; anche in questo caso i pasti sono stati offerti, così come un brindisi a mezzogiorno per “risarcire” il disagio provocato.

Alla luce di questi dati, i rappresentanti delle categorie accendono il dibattito. Per Confesercenti c’è stata un’adesione quasi totale dell’80%, mentre il Codacons ritiene che la protesta sia stata un flop e abbia contribuito a dividere la categoria dei balneari.

Se è vero che buona parte degli imprenditori condivida la protesta, è indubbio che l’abbiano espressa con modalità diverse, cercando comunque di non creare grandi disagi ai bagnanti; alla fine di tutto il gesto di chiudere ombrelloni e lettini, garantendo gli altri servizi, potrebbe essere considerato solo un gesto simbolico o un segno per attirare l’attenzione del Governo.

La direttiva Bolkestein e le proroghe del Governo sulle concessioni balneari

La questione dei balneari e delle concessioni è un problema che l’Italia porta avanti da diverso tempo, complice anche la direttiva UE che regola le concessioni dal 2006, nota come Direttiva Bolkestein.

La direttiva impone a tutti i Paesi UE di indire dei bandi per mettere a gara le concessioni, in modo tale da permettere alla concorrenza di inserirsi a pieno nel mercato.

Sciopero dei balneari
I balneari e i governi italiani si sono sempre dimostrati contrari alla direttiva Bolkestein

Sull’Italia pende la procedura di infrazione da parte dell’UE, vista l’accusa di non aver ancora fatto partire le gare sulle concessioni e la riassegnazione deve avvenire entro la fine di quest’anno. Mancano però i criteri nazionali che stabiliscano i dettagli delle gare e gli enti locali si stanno muovendo per stabilire le procedure in proprio. Il rischio è quello di incorrere in un deferimento alla Corte di Giustizia UE, nonostante i colloqui con l’Unione siano in corso.

Inoltre l’Italia si è sempre dimostrata contraria alla direttiva Bolkestein, sia a livello di imprenditori che di governo, ma i continui richiami dell’UE hanno avuto i loro effetti.

Le concessioni, che dal 2006 vengono quasi sempre prorogate agli stessi proprietari in modo quasi automatico e con canoni d’affitti piuttosto bassi, nel tentativo da parte dei governi di non inimicarsi la categoria, dovranno essere messe a gara.

L’ultima proroga è stata voluta dall’attuale Governo Meloni e sarà valida fino alla fine di quest’anno, quando i criteri nazionali sulle gare dovranno essere definiti, per evitare il rischio del deferimento europeo e per dare una risposta alle lamentele dei balneari, che tra l’altro chiedono anche un indennizzo per i concessionari uscenti, che con le gare pubbliche perderanno la loro concessione.

Conclusione: Il giorno dello sciopero dei balneari è arrivato. Questa mattina gli stabilimenti hanno aperto solamente a partire dalle 9:30, anziché dalle 7:30. Due ore di chiusura per protestare contro le mancate risposte da parte del Governo sulla spinosa questione delle concessioni balneari

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