Semiramide
Dizionario Opera

Semiramide riconosciuta (1729)

Semiramide è l’opera più importante scritta da Porpora durante il suo soggiorno veneziano (1726-1733). Napoletano di nascita e formazione, era riuscito a farsi conoscere nell’Italia settentrionale negli anni subito precedenti al suo trasferimento a Venezia, dove sempre più si apprezzavano gli influssi partenopei.

La sua fama di operista era eguagliata da quella di maestro di canto; suoi allievi erano i più apprezzati castrati del momento, fra cui Farinelli e Caffarelli. A Venezia ottiene così un posto di insegnante di musica all’Ospedale degli Incurabili, dove rimane fin quando non sarà chiamato a Londra per fare concorrenza a H&aulm;ndel. Porpora non è nuovo alla collaborazione con Metastasio (cominciata con la serenata Angelica nel 1720): si erano conosciuti nei salotti napoletani, assai frequentati da entrambi.

SEMIRAMIDE RICONOSCIUTA

Semiramide - Wikipedia

Semiramide (appena uscito dalla penna del poeta) accoglie del mito solo lo scambio di ruoli fra la regina e il figlio Nino, per il resto si discosta da qualunque soggetto precedente (diversa pure dall’altra Semiramide regina dell’Assiria sempre di Porpora, Napoli 1724). Si racconta infatti di tre pretendenti alla mano della principessa Tamiri, la cui sorte sarà resa difficile da Semiramide (creduta Nino), e soprattutto dalle trame infide di Sibari, suo poco affidabile confidente.

I tre sono: Mirteo – interpretato in quest’occasione da Farinelli – fratello di Semiramide, e quindi da lei occultamente protetto (ma lui non sa che Nino in realtà è sua sorella); Ircano, rozzo principe sciita; e Scitalce, principe indiano un tempo amante di Semiramide col nome di Idreno.

La storia con Idreno appartiene all’antefatto, ma potrebbe fare libretto a sé: infatti si scopre che Idreno, dopo aver convinto Semiramide a fuggire con lui, l’abbandonò con sdegno (e tentativo d’omicidio) perché scoperta lei fedifraga (in realtà si trattò di una calunnia architettata proprio da Sibari, che sperava di sostituirsi a quello quale amante della regina). Comincia l’opera: giunti i pretendenti a corte, Scitalce riconosce subito in Nino Semiramide e lei scopre che il suo Idreno è in realtà un principe che adesso aspira alla mano di un’altra.

Questo reciproco riconoscimento, che occupa la prima parte dell’opera, si realizza quale straordinario esempio di virtuosismo drammaturgico metastasiano: ai dialoghi si frappongono i pensieri di ciascuno (procedimento usuale a piccole dosi, ma che nella sistematicità del trattamento diventa una sorta di testo sovrapposto al testo), e ciò viene complicato dalla presenza in scena di tutti e sei i personaggi, i cui discorsi si intrecciano l’un l’altro senza sosta (arditezza fra l’altro ripetuta in più momenti dell’opera).

La vicenda prosegue e si complica: Sibari, che ancora ama Semiramide, avvelena la coppa che Tamiri offrirà al prescelto, perché sa che sarà Scitalce (lo scopo è di liberarsi del pretendente, poiché Semiramide sembra ancora innamorata). Purtroppo questi rifiuta, sapendo che Semiramide non potrà mai approvare questo matrimonio. Tamiri, piena di sdegno, offre la sua mano a chi ucciderà Scitalce, che l’ha offesa. Si fa avanti Ircano, ma Scitalce è fatto prigioniero da Semiramide (che in questo modo tenta di salvargli la vita).

Semiramide - Wikiquote

Ircano, dietro suggerimento di Sibari, vuole così rapire Tamiri, ma è catturato: era un tranello di Sibari, che in questo modo sperava di ingraziarsi Semiramide. C’è sempre Mirteo per svenare Scitalce, ma, consigliata da Semiramide, Tamiri non auspica più la sua morte. Sibari allora, che vuole liberarsi di Scitalce, rivela a Mirteo che fu lui (col nome di Ircano) a rapire Semiramide: il duello non si può evitare, ma, sguainate le armi, i due oltre a combattere parlano, e presto si scoprono tutti gli intrighi di Sibari.

L’opera si conclude con Nino che si rivela per Semiramide, si riconcilia a Scitalce e lo sposa, Tamiri che si unisce a Mirteo, e Ircano che non può far altro che prendersela con Sibari.

Porpora mette insieme una partitura di grande impegno compositivo. Se la sua rinomata abilità è nella scrittura vocale, con Semiramide dimostra al meglio abilità ed esperienza di orchestratore. Un organico insolitamente ampio, spesso a dieci parti, con flauti, oboi, fagotti, corni e trombe indicati e in genere sempre molto presenti.

Porpora rivela non solo di conoscere le innovazioni più recenti nella tecnica della strumentazione, ma propone colori e impasti in continua mutazione, che si passano l’un l’altro brevi frasi, trascolorano incessantemente dal ‘tutti’ al ‘soli’ e viceversa con morbidezze e sfumature ormai lontane dall’invecchiata e più grossolana tecnica ‘a terrazze’ (che giustappone sezioni a timbro e intensità fisse).

La scrittura vocale è sempre di arduo impegno, e se Mirteo indugia su arie moderate o amorose (forse per meglio mettere in luce l’abilità espressiva di Farinelli), il grande virtuosismo si concentra sulle arie di Ircano (stupiscono i salti continui, anche di dodicesima, in “Talor che il vento freme”, I,14, aria tutta vibrante delle figurazioni in sedicesimi degli archi; e stupiscono i virtuosismi incessanti de “Il ciel mi vuole oppresso”, III,3, percorsi dagli impressionanti e continui ribattuti degli ottoni).

Semiramide, la cui vocalità è spezzettata, piena di dubbi, introspettiva, ha un grande momento patetico-pastorale (negli inusuali 12/8 de “Il pastor se torna aprile”, II,5; aria grandiosa, con l’obbligo di due ‘traversieri’), che sul canto ampio della regina riesce a innestare i turbamenti di un’armonia mutevole, inattesa, intensa.

Semiramide - Anton Giulio Barrili - eBook - Mondadori Store

Type:

Dramma per musica in tre atti

Author:

Nicola Porpora (1686-1768)

Subject:

libretto di Pietro Metastasio

First:

Venezia, Teatro San Giovanni Grisostomo, carnevale 1729

Cast:

Semiramide (A), Tamiri (S), Scitalce (S), Mirteo (S), Ircano (T), Sibari (A)

Signature:

d.d.

Conclusione: Semiramide è l’opera più importante scritta da Porpora durante il suo soggiorno veneziano (1726-1733). Napoletano di nascita e formazione, era riuscito a farsi conoscere

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