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Sergio Mattarella rieletto Presidente della Repubblica con 759 voti

Mattarella bis confermato all’ottavo scrutinio: il più votato dopo Sandro Pertini. Roberto Fico proclama alle 20:54 Sergio Mattarella Presidente della Repubblica

In questi sei giorni si è visto come la politica non sia stata in grado di trovare un accordo sul nuovo Presidente della Repubblica. La paralisi della politica si ributta allora su Sergio Mattarella, perché incapace di scegliere, il quale, però aveva più volte ribadito non voler essere rieletto. Prima di lui solo Giorgio Napolitano venne rieletto.

I voti dell’ottavo scrutinio: confermato il secondo mandato di Mattarella

Sergio Mattarella riconfermato Presidente della Repubblica. Ha raggiunto (e poi superato) il quorum di 505 voti. Si conclude con 759 voti a Mattarella. È iniziato alle 19.45 lo spoglio. La prima scheda letta è andata subito a Mattarella. A spoglio ancora in corso Mattarella è stato riconfermato, mentre gli altri voti andavano a Nordio (90), Di Matteo (37), Berlusconi (9), Belloni (6), Draghi (5). Sergio Mattarella ha superato il Napolitano bis. Con questo risultato Mattarella è il secondo presidente più votato di sempre, dopo Sandro Pertini che nel 1978 ottenne 832 voti al 16esimo scrutinio.

Sergio Mattarella rieletto Presidente della Repubblica: «Se serve ci sono»

L’aveva dichiarato apertamente di non voler essere rieletto, l’attuale Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Ma oggi alla sesta giornata di votazione e dopo gli svariati dubbi dei partiti e della maggioranza, Matteo Salvini ha aperto le porte a un Mattarella bis. Sergio Mattarella ha ottenuto 387 voti al settimo scrutinio, 51 in più rispetto a quelli ottenuti nel sesto scrutinio di ieri, pari a 336. Sergio Mattarella ha dichiarato nel pomeriggio prima dell’ottavo scrutinio: «Se serve, ci sono». «È andato tutto bene» ha dichiarato Simona Malpezzi capogruppo del Pd al Senato. Il Capo dello Stato ha detto che «aveva altri piani per il suo futuro», ma vista la situazione si è messo a disposizione, riferisce la capogruppo delle Autonomie al Senato Julia Unterberger lasciando il Quirinale.

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Salvini il regista: «Mia proposta diventata di tanti». Ma Meloni e La Russa rimangono sbalorditi

All’inizio Matteo Salvini non si era troppo sbilanciato su un Mattarella bis. Continuando il suo ruolo da regista durante la mattina del 29 gennaio ha cambiato le carte improvvisamente passando da Elisabetta Belloni – forse perché sapeva già che il suo nome sarebbe stato scartato – a Mattarella bis. Al momento nessuna intesa c’era con il centrosinistra. Solo il Movimento 5 stelle appoggiava Salvini con Elisabetta Belloni. Ma subito dopo questa proposta tutti sono stati d’accordo. All’interno della maggioranza è stata quindi raggiunta un’intesa. Pd, M5s, Lega, Liberi e Uguali, ma anche Forza Italia hanno dato il loro appoggio nel sostenere Sergio Mattarella al Colle. L’unica che è rimasta allibita dalla scelta di Salvini è stata Giorgia Meloni, stupita se Sergio Mattarella dovesse mai accettare la sua ricandidatura: «Romanzo Quirinale. Manco il Gattopardo, siamo al: “nulla cambi, perché nulla cambi”». Anche per Ignazio La Russa è stata una scelta «avvilente e offensiva».

Giorgio Napolitano: il primo rieletto Presidente della Repubblica

Prima di Sergio Mattarella, ci fu Giorgio Napolitano a vivere quello che sta accadendo in questi giorni. Napolitano dopo aver dichiarato apertamente di non voler ritornare al Colle, fu costretto ad accettare l’incarico. Rimase al Quirinale per altri 3 anni, ma a 90 anni si dimise per le difficoltà dovute all’età avanzata. Le forze politiche non riuscivano a trovare una maggioranza solida, come sta accadendo tutt’ora. E così si ributtarono su Giorgio Napolitano. La sua rielezione avvenne il 20 aprile 2013 con 738 voti. La paralisi della politica si fa sentire anche oggi con Sergio Mattarella. La rielezione di Napolitano non fu di certo un lieto fine.

«Troppe le omissioni, i guasti e le irresponsabilità tra le forze politiche. Nessuna soluzione sulle riforme istituzionali. Il vostro applauso non induca ad alcuna autoindulgenza. Hanno finito per prevalere contrapposizioni, lentezze, esitazioni circa le scelte da compiere, calcoli di convenienza, tatticismi, e strumentalismi. Ecco cosa ha condannato alla sterilità o a esiti minimalistici i confronti tra le forze politiche e i dibattiti in parlamento»

Nel discorso del suo giuramento Giorgio Napolitano bacchettò pesantemente i partiti. E li minacciò:

«Se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al Paese. Non si può più, in nessun campo, sottrarsi al dovere della proposta, alla ricerca della soluzione praticabile, alla decisione netta e tempestiva per le riforme di cui hanno bisogno improrogabile per sopravvivere e progredire la democrazia e la società italiana»

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