Moda,  Attualità

Shein, il brand di fast fashion cresce del 60%

Shein, il brand cinese di fast fashion è in crescita del +60% nel 2021, dopo una crescita del +250% nell’anno precedente. E nel 2022?

Shein in onda positiva, ma non troppo

Shein, il colosso cinese di brand di fast fashion – che è velocemente diventata la terza più importante start up nel mondo – sta vivendo un momento di calo, con vendite che crescono più lentamente dopo gli altissimi livelli raggiunti durante la pandemia. Lo sostiene Bloomberg, un’azienda di ricerca che analizza le transizioni dei consumatori americani, che avrebbe avuto accesso a fonti ufficiose per quanto riguarda le ultime informazioni fiscali sulle vendite del colosso.

Le informazioni fiscali dell’azienda rilasciate a Bloomberg per il brand shein

Crescite esponenziali fino al 2020, con un aumento delle transizioni del +250% – anche grazie all’arrivo del Covid-19 che aveva turbopotenziato la richiesta nei negozi online dai consumatori bloccati in casa. Nel 2021 la crescita annuale delle vendite è aumentata di circa il +60%. Un’onda comunque positiva, ma rappresenta evidentemente un freno all’espansione di uno dei più forti esportatori della Cina.

Oltretutto, mostra Bloomberg, dai 10$ miliardi nel 2020, le entrate hanno raggiunto i 16$ miliardi (circa 15,3 miliardi di euro) nel 2021. Mentre gli incassi dell’anno scorso erano in linea con le aspettative della compagnia, quello che preoccupa i pianti alti di Shein è che l’espansione è stata forte nella prima metà dell’anno 2021, ma ha decelerato inaspettatamente nella seconda metà, con il rallentamento che pare continuare nel 2022.

Il caso USA

I dati economici di transazione degli Stati Uniti – il più grande mercato di Shein – ne danno prova. In base ai dati del Bloomberg Second Measure, nel primo trimestre del 2022 le vendite sono scese ad un 57%, rispetto al range di crescita precedente che arrivava fino al 264% in un trimestre del 2021.

Il caso di Shein non è l’unico. Nelle ultime settimane anche gli altri principali e-commerce di moda – per esempio Zalando – hanno pubblicato i loro dati i bilancio e hanno comunicato un inizio del 2022 meno brillante rispetto a quello dello scorso anno per shein il brand di fast fashion.

“Come uno dei più forti esportatori in Cina, la ora lenta crescita di Shein mostra le maggiori sfide che soffre l’intero settore” spiega Wang Xin, capo di un’organizzazione che rappresenta 3000 esportatori. Lei cita la moneta cinese Yuan che si è indebolita, e le tensioni geopolitiche in aumento con l’America. La decelerazione viene anche dal fatto che durante la pandemia di Covid-19 molta della produzione ha dovuto fermasi, o almeno diminuire i ritmi. E tutt’ora in Cina le restrizioni della pandemia sono ancora attive. Ovviamente esistendo solo online, queste piattaforme stanno avendo un calo di vendite nei confronti dei negozi fisici, dove ora si puo’ fare shopping anche senza le mascherine.

Le quotazioni a Wall Street di Shein brand di fast fashion

Nonostante il rallentamento di Shein, e la Ipo (Initial public offering – offerta pubblica iniziale) a New York non ancora presentata, l’apporto di capitale ha portato la valutazione del gruppo cinese a quasi 100 miliardi di dollari (“più delle capitalizzazioni di mercato di H&M e Zara insieme, e dietro solo a ByteDance Ltd. e Ant Group nell’elenco di Crunchbase delle start-up più preziose al mondo”, spiega Bloomberg). Shein avrebbe  comunque espresso la volontà di quotarsi sulla piazza finanziaria newyorkese entro i prossimi due anni. Per questo l’azienda sembra stare valutando uno spostamento del domicilio aziendale a Singapore per aprire, appunto, il via ad un’Ipo negli Stati Uniti. Ma la strada non sembra troppo facile.

 

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