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Si è conclusa la Fiera di Basilea

Il commento a caldo del nostro inviato

Si è conclusa anche per quest’anno la trentanovesima edizione di Art Basel considerata da collezionisti, critici, curatori, artisti e appassionati d’arte la più importante fiera d’arte moderna e contemporanea del mondo. A questa edizione sono state ammesse alla partecipazione 300 gallerie di tutto il mondo selezionate tra un numero record di oltre 1000 candidature: oltre 200 le gallerie dall’Europa, 72 le gallerie presenti dagli Stati Uniti, 6 le gallerie dal Giappone: queste le presenze più imponenti, con partecipazioni anche da India, Brasile, Messico, Australia e Nuova Zelanda. Giusto per cominciare, all’esclusivo vernissage di martedi 3 giugno erano presenti non pochi nomi altisonanti: tanti i vip attratti dalla nota qualità di questa manifestazione come Sofia Coppola, Brad Pitt e Owen Wilson e non ultimi i grandi collezionisti, tra cui gli attesissimi americani, e presidenti e direttori delle più importanti istituzioni artistiche come il MOMA, la Tate Modern, il Centre Pompidou. Queste le indiscrezioni che al primo giorno ufficiale d’apertura circolavano già oltre ai gossip delle prime vendite da capogiro con cifre che si aggiravano fino ai 300.000 euro. La fiera, quest’anno ha offerto una scelta di oltre 2000 artisti con nomi eccellenti come Picasso, Mirò, Matisse, Man Ray fino ad arrivare ai più attuali Hirst, Murakami, McGee, Marina Abramovic, Olafur Eliasson.

Oltre all’eposizione delle gallerie all’interno della fiera si sono svolte iniziative site specific molto interessanti. Come Art Unlimited, una piattaforma che ha ospitato 60 opere di artisti di grandi dimensioni: grandi sculture e installazioni videoproiezioni pitture murali e performance, Art Film con produzioni video su artisti o realizzate da artisti, Art conversations, forum che promuoveva l’incontro e lo scambio di idee tra le personalità del mondo dell’arte, Art on Stage dedicata alla performance, che quest’anno ha ospitato i due artisti Miuchael Elmgreen e Ingar Dragset con la loro performance Drama Queens e Art Statements con 31 personali di giovani emergenti. Appena fuori dalla fiera, si poteva godere lo spettacolo di Exhibition Square uno spiazzo lungo 200 metri: magico e inaspettato teatro, in cui addetti ai lavori e passanti incuriositi si lasciavano tentare visivamente da opere king-size nell’aspetto e nella poetica. I rinomati artisti internazionali che quest’anno ne hanno preso parte sono stati: Dan Graham con un padiglione riflettente e trasparente, Isa Genzken che presenta una rosa alta 8 metri, il concettuale Roxy Paine con un albero capovolto fatto di tubi di acciaio, Ugo Rondinone e le 12 espressive maschere di argilla che rappresentano i mesi dell’anno, Tobias Rehberger e la sua imbarcazione da profughi, Subodh Gupta con le tre enormi teste in bronzo di "Three Monkeys", Sol Lewitt con i monumentali blocchi di cemento di Zigzag, Conrad Shawcross e il suo studio del tetraedro, Thomas Baumann con un canale/scultura che riproduce una sorta di marea e Luca Vitone con il lavoro Gli occhi di segantini, un omaggio dell’artista al pittore Giovanni Segantini.

La fiera non è però certo l’unica meta per chi si reca a Basilea durante i giorni della fiera, la città svizzera ospita, infatti, altre quattro fiere dedicate all’arte contemporanea, rivolte alle gallerie più giovani e agli artisti emergenti: Volta, Scope, Liste e Balelatino. per il quarto anno consecutivo fa capolino l’elegante Volta Show, che si è svolta dal 2 al 7 giugno riconfermandosi una fiera espositiva meno legata al mercato e più vicina alle avanguardie artistiche emergenti, trampolino di lancio per protagonisti poco conosciuti. Scope, nata a New York per iniziativa dell’artista e gallerista Alexis Hubshman, si presenta a Basilea per il secondo anno in una nuova location, un padiglione di vetro sul Reno che ospita 85 gallerie. Oltre alle fiere già attive a New York, Londra, Miami, Basilea e The Hamptons, Scope si prepara all’apertura di nuove sedi in Spagna, Cina e negli Emirati Arabi. Liste, nata a Basilea nel 1996 per iniziativa dei galleristi Eva Presenhuber e Peter Kilchmann, presenta gallerie fondate da non più di cinque anni e artisti sotto i quarant’ anni (questa edizione ospita 64 gallerie da 22 paesi e più di 300 artisti) e, per finire la terza edizione di Balelatina, che presenta 31 gallerie di cui 13 provenienti dalla Spagna e 8 dall’America Latina. Focus di Balelatina è offrire una panoramica della produzione artistica contemporanea spagnola e latino-americana in un’atmosfera che trascende l’aspetto unicamente commerciale. Infine, se si hanno ancora le forze e il tempo, i musei e le fondazioni della città offrono sempre mostre personali e collettive molto interessanti, quest’anno ad esempio allo Schaulager nei giorni della fiera ha inaugurato una bellissima doppia personale di Andrea Zittel e Monika Sosnowska, la fondazione Beyeler propone una mostra di Fernand Leger, una visita veloce merita anche il Vitra Design Museum sito a Weil am Rheim cittadina della Germania a cinque minuti da Basilea. Si potrebbe continuare ad elencare le numerose iniziative di notevole interesse che hanno animato la città di Basilea durante la settimana dell’arte fiera, ma avere un panorama completo diventa un’impresa ardua. Sicuramente il grosso interesse che richiama la città in questi giorni viene giustificato una volta che si decide di andare a visitarla e ci si rende conto della qualità che essa racchiude.

Duemila artisti in fiera più le altre presenze danno certamente la possibilità di avere una panoramica a 360 gradi sul panorama dell’arte contemporanea, l’unica macchia particolarmente evidente è stata la quasi totale assenza di artisti Italiani; nemmeno le stesse gallerie italiane, tranne qualche caso, hanno sostenuto i nostri artisti. Taccuino e penna alla mano per critici e curatori, macchinette fotografiche per gli appassionati, numerosi blocchetti degli assegni per i collezionisti, scarpe comode ma anche molti tacchi a spillo per le più audaci.

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