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Solo cashmere

A Pitti moltissime proposte per l’uomo nel filato più morbido e prezioso. Ma anche camicie «enologiche», la giacca-borsa, la scarpa di squalo… Solo di cashmere mi voglio vestire. Potrebbe essere questo il desideriio primario dell’uomo del priossimo inverno, in fatto di look. Al Pitti è un tripudio di pullover, giacche, accessori, e paltò nel filato più prezioso e morbido interpretato in mille versioni. Da quello «spiralato» di Annapurna, ovvero con filo vuoto dentro, cavo, di estrema leggerezza, all’inedito Cria di Avon Celli, ricavato dal sottovello del cucciolo del suri, animale andino, che ne riesce a dare solo ottocento chilogrammi all’anno. Ma la lana più nobile entra anche nei capppotti in velluto a coste di Cucinelli, nelle pochette più chic, e si mischia con la lana garzata di Gentry Portofino per un effetto leggermente infeltrito, ma aereo e soffice. Infinita la paletta colori che privilegia i pastelli o le tinte dei fiori: dalle fucsie al glicine, passando per la buganvillea arancio. Una nota positiva, tra gli infiniti completi blu, grigi, marroni passepartout nell’armadio, rinnovati nei tessuti operati, per esempio da Canali, o svuotati e leggeri come le giacche di Lardini in impalpabile tweed. Ma se l’abito impeccabile resta un caposaldo del guardaroba maschile è con lo sportswear che ci si sbizzarrisce e si osa. Giacche e giubbotti danno il meglio di sé nelle nuove interpretazioni tecnologiche. Da Alpha Industries Usa è di scena il giubbotto ignifugo realizzato con lo stesso tessuto usato per le tute dei Top Gun statunitensi, il nomex; ovviamente verde militare, resistente alla fiamma e con un nome che è un codice, CWU45P. Da Playlife invece il giaccone è in jersey all’interno e in tessuto impermeabile all’esterno. si chiude come una borsa e si porta a tracolla. Più sofisticato l’impermeabile di Allegri che mixa il montone, totalmente idrorepellente e antigoccia, con inserti di poliuretano, mentre la giacca a vento più ironica e divertente di Belfe è dedicata a lai: bianca candida e goffrata, morbida e gonfia come una meringa. Da Piombo sono gli scarabocchi doc a scandire il giubbotto blu elettrico, cerato, e da Nautica il bluson di ispirazione marinara diventa un capo indispensabile per l’uomo esploratore nell’anima, che vive l’avventura ogni giorno. Spazio anche ai capi e agli accessori più inconsueti. Da menzionare la camicia «barricata» di Harry & Sons, nata dalla fusione di due culture: la camiceria e l’enologia, e quindi custodita nella confezione botticella numerata. Inedita anche la scarpa polacchino in alligatore, creata da Santoni, talmente nobile da necessitare di una galoscia per salvaguardarla, ma non una qualunque in gomma: meglio se in squalo idorepellente. (9 gennaio 2004)
Nelle foto, dall’alto, la camicia «barricata» (realizzata con lo stesso – o quasi – procedimento del vino) firmata Harry & Sons; i Bi Pant di 40 Weft, i pantaloni componibili con tanto di termometro che indica la temperatura consigliando di raddiopparli; la giacca Brema, Trofeo Winter Vintage Logo in nylon dall’aspetto vissuto con corpetto antivento e gilet imbottito interno; sotto, il tradizionale loden Merlet

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