Arte

SPACE SHUTTLE IN THE GARDEN, PETRIT HALILAJ

 

Petrit Halilaj è giovanissimo, classe 1986, eppure ha molto da dire, mescolando quella saggezza che pare appannaggio di artisti di vecchia data a quella surrealtà che anima menti e cuori in erba. L’Hangar Bicocca gli dona temporaneamente il proprio spazio SHED per una personale di opere nuove realizzate ad hoc o vecchie adattate per il luogo, con cui Halilaj ci racconta di sè, del suo Kosovo e dei cambiamenti che hanno rivoluzionato il Paese sfociando in un racconto epico e universale sulla memoria, l’identità, il concetto di casa.

La mostra si chiama Space Shuttle in the Garden e inaugura oggi, a cura di Roberta Tenconi. Cosa aspettarsi? Un viaggio nell’universo dell’artista, cavalcando il dorso del confine tra realtà e fantasia, tra storia passata e sogno di futuro, tra meraviglia e malinconia, attraverso la sua poetica multimediale fatta di installazioni, video, sculture, disegni e performance.

Tra le opere, frutto del lavoro degli ultimi sette anni di Halilaj, le ultimissime sculture Si Okarina e Runikut (2014), ispirate a uno strumento musicale a fiato di epoca neolitica rinvenuto in Kosovo a Runik, cittadina in cui Halilaj ha trascorso parte dell’infanzia. Le opere/strumenti possono essere suonate dal pubblico, individualmente o in gruppo. E ad attendervi come benvenuto, c’è hey are Lucky to be Bourgeois Hens II (2009), esposta all’esterno dell’Hangar, un razzo spaziale dipinto all’interno di blu Klein e abitato da galline – soggetto ricorrente nel lavoro dell’artista – che invita alla scoperta di un mondo nuovo, tutto da inventare.

P.S. Volete conoscere meglio il suo lavoro? L’Hangar organizza visite guidate gratuite, e non è necessaria la prenotazione.

 

Petrit Halilaj, Space Shuttle in the Garden

Dal 3 dicembre al 13 marzo 2016.

Hangar Bicocca, Milano

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