Storia,  Musica

Spartito del 1100, cercasi esperto per poterlo suonare

Scoperto tra le pagine di un manoscritto seicentesco un preziosissimo spartito del 1100. Ora si cerca un esperto di musica per poter suonare brani che non vengono ascoltati da secoli.

Uno spartito del 1100, ecco cosa si celava tra le pagine di un manoscritto del 1600. Lo ha rinvenuto una restauratrice libraria della biblioteca universitaria di Pavia.

Una scoperta davvero unica, infatti si tratta di una pergamena antesignana dello spartito musicale, in cui erano stati trascritti i canti domenicali di Pentecoste e dell’Ascensione. Finora è la pergamena musicale più antica ritrovata finora.

Alessandra Furlotti stava restaurando tre libri del Seicento conservati nel Salone Teresiano dell’ateneo pavese, quando si è accorta della presenza di un foglio nella contro coperta del volume.

Lo spartito del 1100

Lo spartito è composta da una pagina integra, ben leggibile su fronte e retro. Si è conservato egregiamente nonostante fosse stata cosparsa di colla animale per farla aderire meglio al cartone della rilegatura.

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Lo spartito del 1100 ritrovato a Pavia è il più antico ritrovato finora

Scoperta fortuita però quella della restauratrice: «Durante il lavoro si è verificato il distacco che ha portato alla scoperta sorprendente. Era consuetudine che i legatori utilizzassero come materiale per rinforzare le rilegature, frammenti di risulta di altri testi, ma è rarissimo trovare un salto temporale di ben cinque secoli»

Inoltre il documento è decorato con la raffigurazione di una sorta di animale mitologico dalle fattezze di un serpente con zampe colorate, e porta diverse iscrizioni.

Dominique Gatté è l’esperto musicologo francese, specialista di musica medievale che stato chiamato per analizzarlo.

L’origine della pergamena

Gattè dopo i primi studi ha confermato la sua appartenenza ad un antifonario, cioè un breviario liturgico con trascritti musiche e canti eseguiti durante i riti religiosi. Probabilmente questo manoscritto è stato composto in Piemonte, verosimilmente nella zona di Novara.

Solo in epoca arcaica le note erano segnate su un unico rigo e non sul pentagramma o tetragramma.

Il ritrovamento non è passato inosservato al ministro Bonisoli, che in merito ha dichiarato: «Il ritrovamento di questo prezioso documento conferma quanto sia importante il lavoro di tutela e di ricerca nei confronti del patrimonio librario del Paese, e la collaborazione con Università e sistema bibliotecario».

Ora mancano solo musicisti esperti in grado di leggere questi arcaici spartiti, per poter ascoltare melodie quasi millenarie.

E voi cari lettori, non vedete, come noi l’ora di ascoltare queste melodia inascoltate oramai da troppi secoli?

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