Spread in Italia
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Spread in Italia, gli analisti con Draghi si aspettavano 50, siamo a 145, perché?

Ecco l’andamento dello Spread in Italia negli ultimi anni, come abbiamo fatto a tornare a 145 punti?

Lo spread in Italia è sempre stato un tasto dolente. Dall’ultimo governo Berlusconi, alle elezioni di Mario Draghi, il differenziale tra Btp e Bund ha subito delle vere e proprie montagne russe.

Quanto vale un punto base di Spread in Italia?

Lo spread, in italiano differenziale, misura la differenza tra il rendimento offerto dal Btp a 10 anni e dal suo omologo tedesco, il Bund. Per analizzare i movimenti dello Spread in Italia negli ultimi 10 anni, è importante sapere quanto vale ogni punto base di Spread.

Per determinare lo Spread quindi si inizia calcolando il tasso di rendimento interno del Btp e Bund a 10 anni. Se in 10 anni il titolo italiano prezza un rendimento del 4,5% e quello tedesco dell’1%, lo Spread sarà pari a 350 punti base. 1 punto base corrisponde a una differenza dello 0,01% dei rendimenti. Detto in altri termini, l’1% vale 100 punti base.

Lo Spread non è un valore statico, ma è molto dinamico e può cambiare di minuto in minuto. Se il valore del Btp scende, e quindi il suo rendimento sale, mentre quello del Bund rimane stabile o si rivaluta, lo Spread tra i due titoli di Stato aumenta.

Lo Spread in Italia nell’ultimo Governo Berlusconi

Nel Luglio 2011 lo Spread è stabile sopra i 200 punti. La fiducia degli investitori sulla capacità dell’Italia di pagare i propri debiti comincia a traballare. Il 5 agosto Bce e Bankitalia chiedono al governo di anticipare il pareggio di bilancio al 2013 e il differenziale tra Btp e Bund schizza a 400 punti, che diventano 575 il 9 novembre 2013. Gli azionisti ormai hanno perso la fiducia nell’Italia, e il crollo dei mercati schiaccia Berlusconi, che annuncia le proprie dimissioni.

Spread in Italia
Il risultato peggiore: 575 punti base raggiunti il 9 Novembre 2013, durante il governo Berlusconi.

 Mario monti e la legislatura dal 2013-2018

Il 16 novembere il Governo passa nelle mani di Mario monti, e lo Spread subito scende a 530 punti. Mario Draghi, già presidente della Bce, lancia il motto “whatever it takes” e conscio della pessimi risultati dello Spread dice: “Faremo di tutto per salvare l’euro”.

Il 29 Aprile 2013 Enrico Letta viene nominato Presidente del Consiglio. Lo spread è stabile sopra i 250 punti base, ma scende sotto i 200 punti il 21 febbraio 2014, giorno dell’insediamento di Matteo Renzi a Palazzo Chigi. A settembre il differenziale tocca i minimi storici dal 2011, a 129 punti base. Il differenziale rimane stabile durante il 2016, soprattutto grazie al “quantitative easing” lanciato dalla Bce. La situazione inizia a traballare a seguito del referendum costituzionale promosso da Renzi. Il 5 dicembre, giorno delle dimissioni di Renzi, lo Spread in Italia chiude a 167 punti base.

Spread e governo Conte

Lo spread in Italia rimane stabile fino al 2018, anno di nascita del governo I a guida di Giuseppe Conte sostenuto da Lega e Movimento 5 stelle. Il 29 maggio arriva a quota 320 punti, i livelli massimi dal 2013. Questo governo fa raggiungere allo Spread l’apice dell’andamento irregolare, soprattutto a causa di alcune dichiarazioni come l’imminente uscita dell’Italia dall’euro. Questo governo Conte I chiude a 240 punti base.

Il secondo Governo Conte, sostenuto da Pd e Movimento 5 stelle, riporta lo Spread a 160 punti base. La calma dura poco però perché nel 2020 scoppia la Pandemia e il differenziale sale a 262 punti base. L’anno si chiude a 108 punti base, lasciando  al nuovo governo Draghi formatosi nel Febbraio 2021, l’incarico di portare lo Spread a 50 punti base.

Spread in Italia e Governo Draghi: aspettative VS realtà

Il Governo Draghi si è formato il 3 Febbraio 2021, lo Spread in Italia è sceso a 101, e ha raggiunto i minimi storici il 30 Marzo 2021, con 82 punti base. Il mese di Novembre però il differenziale ha avuto una crescita continua e costante, raggiungendo il suo massimo il 30 Novembre, con 145 punti base. Cosa sta  succedendo? L’effetto Draghi non sta più funzionando?

Spread in Italia
Gli analisti si aspettavano che sotto il Governo Draghi si potessero raggiungere i 50 punti base.

Perché lo Spread in Italia sta crescendo?

La nuova spirale ascendente dello Spread è cominciata in seguito alle dichiarazioni di Lagarde in merito alla fine del Pepp (Pandemia Emercency Purchase Programme). Pur restando accomodante, la Bce potrebbe allentare la rete di protezione costruita durante il Covid-19. Sebbene i mercati si aspettino l’introduzione di un qualche meccanismo di compensazione dopo la rimozione del Pepp, le dichiarazioni di Lagarde non hanno trasmesso particolari rassicurazioni agli investitori.

Un altro fattore d’interesse per la crescita dello Spread è l’incalzante inflazione e la decisione di più banche centrali di rallentare il ritmo di acquisto di asset sul mercato. Gli effetti di queste azioni gravano di più sui  paesi con una condizione finanziaria molto deficitaria e l’Italia è uno di questi.

La domanda a questo punto sorge spontanea: siamo sicuri che il miglioramento dello Spread in Italia negli ultimi anni non sia stato frutto dell’ “Effetto Draghi”, ma una semplice conseguenza dei benefici e sussidi garantiti dalla BCE?

Non resta che aspettare e vedere che strada prenderà la curva dello Spread fino allo scadere del Pepp.

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