Stoss, Veit
Scultore tedesco che, con Riemenschneider, è considerato il miglior scultore in legno del suo tempo (ma lavorò anche con la pietra). Viene ricordato per le prima volta nel 1477 quando da Norimberga si trasferì in Polonia, a Cracovia. Qui scolpì la sua opera più grande, l’enorme pala d’altare per la Chiesa di Santa Maria (1477-89), ed eseguì inoltre la tomba in marmo rosso del re Casimiro VI, nella cattedrale (1492). Nel 1496 ritornò a Norimberga dove si dedicò assiduamente al suo lavoro. Nel 1503 però la sua carriera venne rovinata dall’aver falsificato un documento nel tentativo di recuperare del denaro che sosteneva di aver perso ingiustamente; per questo reato fu processato, condannato, marchiato su entrambe le guance ed esiliato dalla città di Norimberga (nella quale poi ritornò) e, sebbene in qualche modo poi riabilitato, non tornò più al prestigio iniziale. Morì ricco, ma la sua vecchiaia fu amareggiata da dispute con le autorità cittadine.
Restano molti documenti e opere firmate di Stoss, e il suo stile è particolare -vigoroso e fortemente caratterizzato, con gestualità ed espressività esagerate e drappeggi scolpiti in maniera calligrafica e decorativa. In verità, si tratta di opere così personali che la famosa figura di san Rocco (1510-20) nella Santissima Annunziata a Firenze gli viene attribuita (vedi Voss), anche se non esistono documenti al riguardo e Vasari l’attribuisce a Janni Francese (vedi Juan de Juni). Vasari descrive anche in modo eloquente il virtuosismo dell’intaglio, con i panneggi tagliati sottili come la carta e una bellissima composizione delle pieghe. Spesso Stoss non dipingeva le sculture, come in questo caso, ma per il resto le sue opere sono interamente scolpite nello spirito del tardo gotico. È ricordato come pittore e incisore oltre che scultore, e si considerava anche competente in materia di ingegneria civile. Vedi anche tiglio. Nascita: Horb am Neckar 1450; Morte: Norimberga 1533
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