Spettacolo,  Cinema

SUICIDE SQUAD: FLOP IN ARRIVO?

Dopo la premiere newyorkese di lunedì e le grandi aspettative coltivate negli ultimi mesi, ‘Suicide Squad’ ha subito una valanga di critiche. Cosa non va nel ‘dream team’ dei supereroi?

Non è ancora uscito nei cinema, eppure ‘Suicide Squad‘ sta causando una catena di reazioni e isterismi senza precedenti. Ultima in ordine di tempo la petizione di un gruppo di fan della DC Comics particolarmente sensibili e affiatati, che hanno dichiarato di voler chiudere il sito web Rotten Tomatoes per via delle recensioni dedicate al film, giudicate eccessivamente ingiuste e sminuenti. ‘Suicide Squad’ è stato accolto negativamente da gran parte della stampa americana e a prevalere è il vecchio dubbio che il film incarni l’ennesima deriva di un genere eccessivamente sfruttato nel corso degli anni: la rielaborazione ossessiva dei supereroi da fumetto, portata avanti esclusivamente per ragioni di cassa.

Partendo dalle basi, ‘Suicide Squad‘ nasce come fumetto nel 1959 e da un’idea accattivante: quella di riunire alcuni ‘villain’ della DC Comics in un’unica storia. Tra i cattivi dello squadrone troviamo alcuni avversari di Batman, come Deadshot (interpretato nel film da Will Smith), Joker (qui Jared Leto), Harley Quinn (Margot Robbie), antagonisti di altri supereroi come il criminale Boomerang (Jay Courtney), apparso per la prima volta in Flash, e antieroi più indipendenti come Enchantress e Rick Flagg. Il gruppo di criminali viene convocato per compiere missioni sporche e pericolose ed ottenere così in cambio la grazia.

Al contrario dei film dedicati agli eroi della Marvel, i film dell’Universo DC soffrono da anni un’eccessivo distacco dal loro territorio originale, quello del fumetto. Manca l’ironia, la sottigliezza e lo spirito adolescenziale che caratterizza le serie dedicate a Spiderman o IronMan: ‘Batman v Superman-Dawn of Justice’ è un colossale garbuglio pretenzioso di tre ore diretto da Zack Snyder, uno dei principali protagonisti dello sbarco DC Comics-al cinema, ma il regista americano non ha il talento di Christopher Nolan e la sua capacità enigmistica di creare e sciogliere trame intricatissime. Nel suo film del 2013 dedicato a Superman, ‘L’uomo d’acciaio‘, l’elemento umano è sostanzialmente annullato e reso innocuo, è totalmente assente la componente dissociata del protagonista, un aspetto fondamentale non solo del personaggio in questione ma dell’intero mondo dei supereroi. Nei film della DC emerge sempre la patina levigata, la monodimensionalità virile e superomistica e spesso latita l’ambiguità, elemento da sempre fecondo in storie come questa.

Al contrario, ‘Suicide Squad‘ non manca d’ironia, ma è l’impasto dei personaggi che fino ad ora non ha convinto i critici, e Jared Leto non sarà certo ricordato come un Joker indimenticabile, alla stregua di Jack Nicholson e Heath Ledger. La sensazione è quella di un ricco patrimonio di psicologie e storie concentrate e frammentate in un unico breve film.

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