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Suicidio assistito 12 anni: Marco Cappato si autodenuncia per aver aiutato Elena a morire

Marco Cappato rischia 12 anni di carcere per aver aiutato Elena a morire con il suicidio assistito

Questa mattina, mercoledì 3 agosto, l’attivista e politico dell’associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, si è autodenunciato alle forze dell’ordine di Milano per aver accompagnato Elena in Svizzera, una donna che in Italia non poteva avere accesso al suicidio assistito.

“Come cinque anni fa per il caso Dj Fabo, oggi sono tornato nella stessa caserma dei carabinieri per aver accompagnato Elena al suicidio assistito”, ha dichiarato. La donna è morta ieri per sua scelta, e oggi Cappato rischia 12 anni di carcere per averla aiutata a morire.

Il suicidio assistito di Elena: cosa rischia Marco Cappato

Come stabilisce l’articolo 580 del codice penale, il reato in questo caso è quello di istigazione o aiuto al suicidio, previsto per “chiunque determini altri al suicidio o rafforzi l’altrui proposito di suicidio”. In realtà, una recente sentenza della Corte Costituzionale ha depenalizzato in alcuni casi l’aiuto al suicidio assistito. Tuttavia, il caso di Elena non rientra tra i casi di riferimento dalla sentenza.

Per Cappato non è la prima volta. Aveva accompagnato in Svizzera sia Fabiano Antoniani (Dj Fabo) sia Davide Trentini e in entrambi i casi era stato indagato, processato e assolto. La Corte ha stabilito che non è sempre punibile chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio di un paziente tenuto in vita da sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile. Ma la storia di Elena è diversa.

Elena, conosciuta anche con il nome di fantasia Adelina, aveva 69 anni ed era affetta da una patologia polmonare del tutto irreversibile. In Italia non aveva diritto al suicidio assistito perché non era tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale. Dunque, Cappato dovrà affrontare un processo.

Le parole di Marco Cappato

Marco Cappato è pronto ad assumersi ogni responsabilità del suo gesto e ad affrontare eventuali conseguenze, pur sperando in un esito analogo alla vicenda del 2017 con Dj Fabo. “Penso e spero che così come la disobbedienza civile per Dj Fabo ha aperto una strada che riguarda oggi migliaia di persone nella stessa condizione, accada lo stesso per l’aiuto al suicidio di Elena”, ha detto.

La speranza per lui, quindi, è che se non saranno le aule parlamentari a farlo, siano quelle di tribunale a riconoscere un diritto fondamentale come questo. “Ho spiegato ai carabinieri che se saremo nelle condizioni di farlo, aiuteremo anche altre persone che ce lo chiederanno. Sarà compito della giustizia stabilire se questo è un reato”, ha aggiunto Cappato.

L’ultimo messaggio di Elena, la donna accompagnata da Cappato al suicidio assistito

L’Associazione Luca Coscioni ha reso pubblico sui social l’ultimo messaggio di Elena, la donna morta in Svizzera, in cui spiega le ragioni di questa sua scelta. Dopo averla accompagnata a Basilea, Marco Cappato ha scritto su Twitter: “Elena ha appena confermato la sua volontà: è morta, nel modo che ha scelto, nel Paese che glielo ha permesso”.

 

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Editor: Susanna Bosio

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