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Think tank cinese: l’economia prima del Covid-19

Un centro di ricerca cinese ha rilasciato domenica un report che suggerisce al governo che la prevenzione del blocco dell’economia ha la priorità sulle pesanti misure anti Covid

Il think tank cinese Anbound Research Center ha pubblicato un report in disaccordo con la politica “Zero-Covid” voluta da Xi Jinping per combattere il virus. Secondo il centro di ricerca le pesanti restrizioni, tra cui lockdown, al primo accenno di focolai devono cambiare per impedire che l’economia vada in stagnazione, come riportato da AP.

Il report del think tank cinese

L’approccio della Cina verso la pandemia negli ultimi mesi è radicalmente diverso rispetto all’Occidente e a anche diversi paesi asiatici come il Giappone. Pechino, in particolare Xi Jinping, continua ad adottare la ormai famosa strategia “Zero-Covid” mentre gli altri Paesi hanno iniziato a ridurre al minimo le restrizioni.

Il think tank ha dunque suggerito con un report apparso domenica sul profilo ufficiale su WeChat Weibo che “è tempo che la Cina adegui le sue politiche di controllo e prevenzione dei virus” e che ” la prevenzione del rischio di stagnazione economica dovrebbe essere l’obiettivo prioritario [del governo]”. Ciononostante, il report non suggerisce nessuna politica concreta ma si limita a dire che il governo di Xi Jinping deve concentrarsi sulla salvaguardia dell’economia in forte calo.

Il report è stato prontamente rimosso già lunedì pomeriggio. Si tratta uno dei pochissimi atti di disaccordo, seppur misurato e ragionato, su una questione così vitale e importante come la gestione della pandemia. La Cina è riuscita a tenere sotto controllo il numero dei contagi e delle morti ma sono numerose la attività economiche colpite dai prolungati lockdown e dalle altre misure di contenimento. “L’economia cinese è a rischio di stallo” a causa dell’impatto delle politiche di prevenzione e controllo della pandemia”, ha affermato il think tank cinese.

Già l’anno scorso molti analisti ed economisti avevano avvertito il partito centrale che questa strategia sul lungo termine sarebbe stato insostenibile sia per i costi di gestioni e per via del confronto con la ripresa delle economie occidentali. La risposta ufficiale è oggi come un anno fa che il sistema ospedaliero e sanitario non reggerebbe in caso di numerosi contagi.

La strategia che fa danni all’economia

La strategia Zero-Covid è vero che ha permesso il controllo della pandemia ma l’eccessivo, ormai reputato tale anche da alcuni ricercatori cinesi, controllo ha rallentato l’economia fino a +2,5% nei primi sei mesi dell’anno contro il target (sperato) del 5,5%. Calo dovuto anche, ma ovviamente non solo, alla chiusura per quasi tre mesi di Shanghai che ha comportato la sospensione di numerose fabbriche e la chiusura del più grosso porto commerciale.

Ciononostante, queste misure rimarranno in vigore fino al 20imo congresso del Partito Comunista in programma dal 16 ottobre quando Xi Jinping verrà rieletta per la terza volta (dopo che ha eliminato il limite di due mandati) a segretario generale, diventando il leader più forte dai tempi di Mao Zedong.

 

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Editor: Lorenzo Bossola

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