
Togliere il bollettino quotidiano, Bassetti: “Andremo in lockdown psicologico”
ELIMINARE IL BOLLETTINO GIORNALIERO NON FARà SPARIRE LA PANDEMIA. MA SECONDO BASSETTI NON SERVONO A NULLA “IL PROFILO DEI RICOVERATI E DEI MALATI CAMBIA”
Il bollettino sul Covid, che da quasi due anni viene diffuso ogni sera, non sarebbe più considerato un indicatore affidabile della situazione epidemiologica in Italia. Il fisico Roberto Battiston ha detto in merito: “si può pensare di rilasciare il bollettino Covid ogni 2-3 giorni, meglio se corredato da un commento. Ma a fronte di questo, occorre che i dati siano sempre disponibili per la comunità scientifica”.
TOGLIERE IL BOLLETTINO: “METTE SOLO ANSIA”
Secondo Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, il bollettino giornaliero metterebbe solo ansia alle persone e sarebbe da togliere. Il bollettino non viene più considerato un indicatore affidabile della situazione epidemiologica in Italia:
“Non dice nulla e non serve a nulla se non mettere l’ansia alle persone. Che senso ha dire che abbiamo 250mila persone che hanno tampone positivo? Bisogna specificare se sono sintomatici, asintomatici, sono ricoverati, stanno a casa”
“Non dobbiamo continuare a contare come malati di Covid quelli che vengono ricoverati per un braccio rotto e risultano positivi al tampone”
“Ci vorrebbe una distinzione molto chiara. Gli ospedali sono pieni di non vaccinati, che devono vaccinarsi”
ANDREMO IN LOCKDOWN PSICOLOGICO?
I numeri registrati dai bollettini porterebbero a farci fare brutta figura con altri Paesi:
“Perché sembra che vada tutto male e invece non è così, nella realtà altri paesi che hanno molti più contagi di noi cercano di gestirli in maniera diversa”
L’infettivologo Bassetti sostiene che se continuiamo così finiremo con l’andare in lockdown, ma di tipo psicologico e sociale.
TOGLIERE IL BOLLETTINO? SILERI E PREGLIASCO LO RITENGONO ANCORA IMPORTANTE
C’è ancora chi, nonostante le informazioni incomplete, ritiene il bollettino giornaliero, importante. È il caso, per esempio, del viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri.
“Nell’immediato e in attesa di evidenze conclusive sull’argomento, ritengo comunque utile una comunicazione puntuale e trasparente di tutti i dati disponibili, accompagnata da un’adeguata interpretazione che aiuti i cittadini ad orientarsi meglio in questa nuova fase della pandemia”
Sulla stessa linea il il virologo Fabrizio Pregliasco:
“Comunicare giornalmente il dato relativo ai contagi rappresenta una posizione di trasparenza e la raccolta del dato in se è fondamentale per la ricerca e la sanità pubblica. Siamo ancora in una fase di transizione, e non fornire oggi tale dato potrebbe facilitare un ‘liberi tutti’ a cui non siamo ancora pronti”
Editor: Vittoria Ferrari
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