Tonga aiuti: le isole dopo lo Tsunami
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Tonga impossibile da raggiungere: eruzione 500 volte più forte della bomba atomica su Hiroshima

ISOLE DEVASTATE PRIMA DA UN VULCANO SOTTOMARINO POI DALLO TSUNAMI. TONGA ORA è IMPOSSIBILE DA RAGGIUNGERE DAI SOCCORSI

L’eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha’apai avvenuta sabato 15 gennaio, che ha scatenato poi un terrificante tsunami, ha fatto scomparire ogni cosa su Tonga e le isole. Per ora le domande sono tante, ma ancora non ci sono risposte. Ci vorranno almeno 4 settimane per riparare il cavo sottomarino che consente le comunicazioni. Intanto i morti accertati sono solo 3. La britannica Angela Glover e due abitanti locali. Gli aiuti finora sono stati ostacolati dalla cenere del vulcano.

A TONGA UN’ESPLOSIONE 500 VOLTE PIù FORTE DELLA BOMBA ATOMICA SU HIROSHIMA

James Garvin, scienziato a capo del Goddard Space Flight Center della Nasa, ha affermato che la forza dell’eruzione è stata stimata equivalente a 5-10 megatoni di Tnt (trinitrotoluene o tritolo), una forza superiore di 500 volte a quella della bomba atomica sganciata dagli Stati Uniti su Hiroshima, in Giappone, alla fine della seconda guerra mondiale.

TONGA E LE ISOLE DEVASTATE

Onde tra i 5 e i 10 metri avrebbero impattato sulle piccole isole vicine al vulcano, spazzando via tutto. I trasporti marittimi sono poco sicuri e dove l’acqua non è arrivata, come in certe aree della capitale, ci pensa la cenere a peggiorare le cose, creando disagi per i soccorsi e bloccando anche i voli con aiuti umanitari. Serviranno almeno quattro settimane per riparare il cavo sottomarino che consente la connessione a Internet sull’arcipelago. Le immagini catturate dai voli di ricognizione aerea neozelandesi mostrano cenere ovunque, edifici distrutti dall’impatto delle onde generate dopo l’esplosione, strade allagate, campi sommersi. La pista dell’aeroporto è coperta dalla cenere vulcanica che i volontari stanno provando a rimuovere con badili.

LE ISOLE SCOMPARSE

Due delle isole più piccole e periferiche sono state colpite in modo particolarmente grave. Tutte le case sono state distrutte sull’isola di Mango e solo due sono rimaste in piedi sull’altra. Mango è un piccolo isolotto di appena 60 abitanti, così come le vicine Atata e Fonoifua, è un deserto di cenere, detriti e alberi spazzati dallo tsunami. A dircelo è il primo ministro delle Tonga Siaosi Sovaleni, dettato tramite satellitare e trasmesso poi dalle ambasciate australiane e neozelandesi.

A TONGA L’ESPLOSIONE PIù GRANDE DEGLI ULTIMI 30 ANNI

Un disastro senza precedenti quello che è avvenuto sabato scorso a Tonga. La comunità scientifica sta cercando di comprendere i dettagli di un’esplosione così violenta. Si stima che sia la più potente degli ultimi 30 anni al mondo. Le onde acustiche sono arrivate perfino sulla Stazione di Serra la Nave sull’Etna, a 18mila chilometri di distanza dopo un viaggio di 17 ore nell’atmosfera. Preoccupano anche le incognite sui futuri impatti dell’eruzione: si va dal possibile abbassamento delle temperature per il rilascio di mezzo milione di tonnellate di anidride solforosa, sino ai ipotetici danni a barriere coralline ed ecosistemi marini, passando anche per possibili piogge acide. Le domande sul futuro di Tonga restano tante, ma le risposte per ora continuano ad avere il suono del silenzio.

 

Editor: Vittoria Ferrari

 

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