Trump ricetta italiana
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Ore febbrili per il caso Trump ricetta italiana messa a punto dalla magistratura del Bel Paese contro Silvio Berlusconi sta bollendo in pentola agli USA.

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Lungi da chi scrive un intento apologetico dell’uomo, e l’uno e l’altro. Nondimeno, salta all’occhio, e non può essere altrimenti, l’operazione di contrasto che il governo sta imbastendo contro l’ex presidente. La pietra d’inciampo, letteralmente lo “scandalo”, gettato tra le ruote della carretta Trump ricetta italiana ricalca la falsa riga del caso Ruby.

Se non nelle modalità, fondamentalmente diverse, né per il capo d’imputazione, anch’esso diverso, rimane il sesso la colpa di personaggi che hanno accumulato ben peggiori motivazioni per non essere più graditi nelle aule del potere.

Eppure, il District Attorney di New York ora che sente così vicino il traguardo finale probabilmente si domanda se ne valga la pena. Destituire la legittimità di un pretendente attaccandolo sul personale finisce spesso per allargarne la base di consenso, di renderlo una figura perseguitata.

Di giustificarne retroattivamente molte esternazioni pericolose disseminate con senno previdenziale nel tempo. Queste affermazioni, vere al tempo solo per chi ne condivideva i presupposti, rischiano di imporsi come veritiere ad altri stralci d’opinione pubblica. Soprattutto, la giustizia diviene una sfida hollywoodiana tra due uomini forti, non un processo della nazione al suo ex-presidente ma una contesa egoistica. L’accanimento di fatto c’è, pure se giustificabile per le tante malefatte dell’ex inquilino della Casa Bianca.

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Berlusconi ha incassato un sostegno plurimo compattando una destra spesso frammentata sotto al vessillo della sua lotta alla magistratura, chiaramente a segno invertito nella narrazione del Cavaliere e proseliti vari.

Altrettanto, sta accadendo oltreoceano, dove l’intero partito repubblicano (De Santis incluso) ha preso le difese del miliardario di New York in quello che pare sempre più, appunto, un match one-to-one tra Trump e Mr. Bragg.

È evidente l’intento politico del procuratore di stanza a Manhattan, così come politicizzati erano gli attacchi della magistratura a Berlusconi. Il prezzo di queste persecuzioni politiche si misura in termini di reputazione e credibilità dell’istituzione nonché nella polarizzazione sempre più profonda dell’opinione pubblica.

Infine, dimostra una certa incapacità del sistema: dover ricorrere ad un affare a luci rosse per far affondare un uomo che ha aizzato una folla inferocita contro i luoghi di maggior rappresentanza del potere politico rivela le falle del sistema ed il suo essere imbelle.

È presto per dire se l’accusa può aiutare The Donald politicamente, ciò che è certo la vicenda non gli impedirà di correre per la presidenza. Riportiamo in conclusione la raccomandazione di Severgnini, così come elaborata nel lontano 2016 dalla giornalista statunitense Oliver Meiler per Internazionale, quando gli si chiedeva come scongiurare il pericolo Trump alle elezioni: “fate tutto il contrario di quello che abbiamo fatto in Italia”.

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