Prada Uomo 2020
Moda

UNA COLLEZIONE PRADA UOMO 2020 UN PO’ DELUDENTE?

Cosa manca oggi alla moda per avere un quid in più? La riflessione dopo la collezione Prada Uomo 2020

Manca ricercatezza, stimolo, storia: terreno fertile dove far affondare le radici, anche quelle della cultura cinese, là dove la collezione Uomo Prada 2020 è stata presentata.

Non sappiamo, in realtà, per quale generazione sia stata progettata questa linea. Un lavoro, oggi, che diventa monito di un malessere generale, una sorta di stasi artistica che ristagna come acque paludose.

Look Prada Uomo 2020
Chi sarà l’uomo del futuro?

Perché il sistema non è più in grado di stimolare una riflessione appagante?

Si fa presto a ribadire il concetto di “provocazione” per una sfilata anonima. La quintessenza di un fenomeno che Ulrick Beck, sociologo tedesco di fama internazionale, ha definito “la società del rischio“. Riusciremmo mai ad essere da insegnamento all’individualizzazione?

La collezione sembra prender spunto dagli anni Ottanta. Le canottiere aderenti di cotone tanto in voga in quegli anni, oggi si fanno over. Sul tessuto viene ricamato un patch che ricorda l’avvento dell’era digitale, massificata da Apple e Olivetti.

Ci sono i giradischi, le musicassette, top in maglia e pantaloncini tailoring. A Shanghai si rivaluta la cultura occidentale in veste contemporanea.

Canottiera tecnica con tasca sul davanti

Optimist Rhythm, questo è il nome della collezione Uomo primavera/estate 2020 firmata da Miuccia Prada, non deve essere letta come un atto di coraggio nel sovvertire l’immagine della Maison. Assolutamente. È ciò che chiede la nuova generazione di uomini. O solo la difficoltà di imporsi in questo mercato, fin troppo dominante per essere tenuto a bada.

La voce Prada è consultabile sul Dizionario della Moda di MAM-e.it

“Nel 1999 il brand inaugura un progetto unico in collaborazione con AMO, il ‘think-tank’ dell’Office for Metropolitan Architecture (OMA), e con l’architetto Rem Koolhaas. Miuccia Prada e Patrizio Bertelli affidano ad AMO il compito di analizzare i trend dello shopping mondiale, concettualizzando nuovi prodotti e applicando le loro scoperte a nuovi tipi di negozi. Nasce quindi il progetto di tre Epicentri, negozi progettati al di fuori della tipologia del Green Store, destinati a diventare un vero e proprio laboratorio sperimentale.”

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