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Una settimana classica

A Siracusa tornano dopo quasi mezzo secolo le Orestiadi, regia di Pietro Carriglio. Santa Giovanna dei Macelli a Prato con Le belle bandiere, Roberto Trifirò a Milano nella Confessione di Adamov e Lorenzo Gleijeses a Napoli con L’esausto, una rilettura beckettiana Santa Giovanna dei macelli – il testo sugli scioperi del ’29 nelle fabbriche di carne in scatola di Chicago – è un’opera di Brecht fra le più significative, ma anche fra le meno note in Italia: l’unica rappresentazione sulle nostre scene è quella diretta da Strehler nel ‘70 al Maggio Musicale Fiorentino, con Valentina Cortese e Glauco Mauri. Ma si trattava di un’occasione un po’ particolare, che cadeva negli anni in cui il regista aveva lasciato il Piccolo, e anche in senso artistico stava chiudendo molti conti col passato.

Sulla vicenda incrociata di Giovanna Dark, la moderna Giovanna D’Arco, volontaria dell’Esercito della Salvezza, e del perfido capitalista Pierpont Mauler torna ora un gruppo fra i più vivaci e originali, Le belle bandiere di Elena Bucci e Marco Sgrosso, alla sua prima esperienza brechtiana: la scelta è ovviamente determinata dal parallelismo fra la Grande Depressione di allora e l’attuale crisi economica partita dagli Stati Uniti. La "prima" è in programma mercoledì 7 al Teatro Metastasio di Prato.

Restando in tema di testi singolari, non si può non segnalare La confessione di Arhur Adamov, uno dei padri del cosiddetto "teatro dell’assurdo", da tempo messo un po’ da parte: questo testo della fine degli anni Trenta, in scena da lunedì 5 all’ Out Off di Milano per iniziativa di Roberto Trifirò, nella triplice veste di autore dell’adattamento, regista e unico interprete, non è un copione teatrale ma il diario di una crisi depressiva che il drammaturgo attraversò ben prima di cominciare a scrivere le sue pièce.

Sempre lunedì 5, al Teatro Mercadante di Napoli, debutta L’esausto, il nuovo spettacolo del giovane attore Lorenzo Gleijeses, figlio d’arte e già protagonista di un interessante spettacolo, Il figlio di Gertrude, una riscrittura dell’Amleto con la regia di Julia Varley: la storica attrice dell’Odin Teatret lo dirige anche in questa seconda prova, in cui a fianco di Manolo Muoio – nel ruolo della sua ombra – esplora l’universo di Samuel Beckett affrontandone soprattutto i testi dell’ultimo periodo.

Torna dopo quasi mezzo secolo al Teatro Greco di Siracusa l’Orestiade di Eschilo: la traduzione è di Pasolini, la regia, la scena e i costumi sono di Pietro Carriglio, con Giulio Brogi, Galatea Ranzi ed Elisabetta Pozzi fra i protagonisti. La trilogia sarà presentata da giovedì 8 in due serate (Agamennone e Coefore-Eumenidi), dopo l’anteprima del 7 che la propone tutta insieme. Essendo gli spettacoli di quest’anno dedicati al tema della legalità, eminenti personalità giuridiche interverranno dopo ogni replica di Eumenidi a commentare il fatto che nel testo appare il primo tribunale della storia occidentale.

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