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Usa: Trump si ricandida nel 2024? La sua posizione politica oggi, tra i due dossier che lo coinvolgono

Usa: Trump pronto alla ridiscesa in campo nel 2024, “per la terza volta”

Usa: Donald Trump ha lasciato intendere che si ripresenterà alle elezioni 2024. Lo ha detto durante un evento pubblico a Orlando, Florida: «Abbiamo vinto la prima volta e la seconda abbiamo vinto ancora di più. E sembra che dovremo pensare fortemente a una terza volta».

Anche l’ex Vice Mike Pence, che al momento è in rotta di collisione con il tycoon, aveva ipotizzato pochi giorni fa la sua possibile candidatura 2024. Si è presentato infatti nel New Hampshire, uno Stato-chiave per le primarie del Partito Repubblicano. Ha preso parte ad un evento per la raccolta fondi in favori dei candidati repubblicani al Senato, incontrando svariati imprenditori e politici locali. Pence, però, a inizio anno aveva suscitato l’ira di molti elettori conservatori per aver rifiutato di bloccare la certificazioni dei risultati delle elezioni 2020.

Usa: Trump nel 2024? Chi potrebbe essere il suo erede

Ormai da mesi si sta profilando la figura di “erede” dell’ex presidente repubblicano. Si tratta di Ron De Santis, l’italoamericano governatore della Florida. È un conservatore piuttosto energico, forse più a destra di Trump, di cui ha sempre condiviso le linee politiche. Giocano a suo favore una crescente popolarità nel partito repubblicano e il fatto che si trovi a capo di uno stato fondamentale per le elezioni alla Casa Bianca. E a proposito della sua possibile corsa per il 2024, Trump ha affermato: «Mi piace molto».

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Ron De Santis

Parlando del Presidente Joe Biden, invece, Trump non si è come sempre risparmiato. «Una banderuola controllata da Barack Obama», così l’ha definito. Rispondendo sulla possibilità di un’indagine ad Hunter Biden, il tycoon si è limitato a dire: “Non voglio far male a una famiglia”, attirando anche i “buu” dei sostenitori in platea.

Usa, Trump 2024: qual è la sua posizione politica oggi?

Sul piano politico, Trump è sempre più padrone del Partito Repubblicano e, di conseguenza, sempre più centrale nella scena conservatrice. Il tycoon ha fatto sapere di aver raccolto 1,2 miliardi di dollari da investitori istituzionali interessati a finanziare il suo nuovo social Truth. Ma chi sono questi investitori non è dato sapere. La commissione di vigilanza sui mercati finanziari sta al momento indagando proprio su questo.

L’ex Presidente, però, deve fare i conti con due insidie. La prima riguarda l’assalto a Capitol Hill dello scorso 6 gennaio. Il tribunale federale di Washington, infatti, ha respinto l’appello di Trump per impedire che si acquisiscano i documenti della Casa Bianca di quei giorni per indagare su quanto accaduto al Congresso. Le carte non sono proprietà privata del tycoon, ma ora appartengono agli Archivi Nazionali degli Stati Uniti e possono essere utilizzati dal Congresso se necessario.

Il secondo problema risiede negli affari della Trump Organization. Letitia James, procuratrice dello Stato di New York, ha convocato l’ex Presidente perché chiarisca sotto giuramento gli aspetti più insidiosi dei bilanci societari. Sembra che alcuni valori di asset siano stati gonfiati per ottenere facilmente dei prestiti bancari. Ovviamente i legali di Trump sono pronti alla controffensiva.

 

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Editor: Susanna Bosio

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