mame-Valentina-Tamborra-con-Gino -e-MIchele-a- Naba-arte-Valentina-Tamborra
Arte,  Fotografia

Valentina Tamborra con Gino&Michele a Naba 2017

Il progetto Doppia Luce di Valentina Tamborra prende vita in una serie di incontri con i personaggi dei suoi ritratti.

Valentina Tamborra con il progetto Doppia Luce ha proposto una galleria di personaggi fotografati nella duplice visione professionale e privata. Oggi grazie all’incontro con Naba (Nuova Accademia di Belle Arti-Milano) il progetto prende corpo, è il caso di dirlo, con la presenza dal vivo di alcuni dei personaggi dei suo scatti.

La curatrice del evento per Naba è la docente Patrizia Moschella alla quale abbiamo domandato come si inserisce nei programmi di Naba: ” Il progetto che ci presentava Valentina entrava in perfetta armonia con uno degli obiettivi didattici di Naba: facilitare l’interdisciplinarietà. Porre al centro la storia degli artisti incontrati da Valentina e invitati in NABA anziché le singole opere d’arte, ci permetteva di creare un filo rosso collegato ad un altro tema importante e trasversale, che è lo scambio culturale ed esperienziale tra generazioni. Tematica che a me, studiosa di approcci genealogici alla conoscenza, è particolarmente cara e che, ovviamente, ho accolto finalizzandola al Triennio di Graphic Design e Advertising che dirigo nel dialogo con altri dipartimenti di Scenografia e Arti Visive”

 

Il primo incontro porterà Gino&Michele a Naba il 20 Marzo alle ore 18.30,  faranno un amarcord del loro percorso: dalla Radio, ai primi libri, a Smemoranda e poi a Zelig, passando per il Teatro, la TV. Un percorso che ha cambiato la loro vita.

Tutto sul filo di un umorismo trasversale che ha contagiato la comunicazione, la commedia e tanti aspetti del nostro quotidiano. Tanto da chiedere a loro se è possibile imparare a far ridere o se è spontaneità allo stato puro.

Per l’inizio di questi incontri abbiamo intervistato Valentina Tamborra

Domanda: Valentina come è nata questa idea?

Risposta: Una domanda che mi veniva fatta da molti alla mostra degli scatti era come avevo fatto ad avere la disponibilità di questi personaggi, io rispondevo che era solo questione di provarci, proporre alla curiosità di famosi scrittori, chef, scultori la possibilità di far vedere come erano nella loro professione e nel privato. Ora faccio di più, li porto in carne e ossa davanti al pubblico che li conosce e segue per raccontare il loro percorso. Che è una storia molto milanese, tutte le loro cose sono impregnate di milanesità.

D: Ma con questa iniziativa non ti allontani dalla fotografia?

R: Io non sono una purista : amo mescolare diverse modalità di espressione. Sono una fotografa prima di tutto, certo, ma riconosco la validità di tanti altri mezzi di espressione. Doppia Luce ha una forte connotazione di narrazione, cerca di raccontare la storia delle persone, credo perciò che l’unione fra i mezzi diverse può produrre una sintesi più alta per un nuovo modello di comunicazione. L’obiettivo delle mie foto è raccontare, che sia una persona, un luogo, una situazione cambia poco e si può sposare con un racconto una descrizione. Infatti molti dei personaggi che ho ritratto per Doppia Luce mi hanno raccontato le loro storie, si sono aperti come in una specie di back stage. Oggi cerco di completare questo percorso con incontri dal vivo.

D: Pare di capire che completi i tuoi scatti come se fosse una sceneggiatura. A quando un filmato?

Effettivamente sto iniziando una “avventura” in Africa dove gli scatti si sommeranno alla parola e a momenti filmati per dare più forza a una comunicazione a 360 gradi. Ho iniziato da 8 anni a far fotografia ma è da quasi 2 anni ho trovato un obiettivo preciso, raccontare storie di persone,  e sono pronta ad arrichire, quando serve, le immagini con altri mezzi di comunicazione.

D: In Africa che progetto stai seguendo?

Sto seguendo in Kenia, insieme a Mario De Santis giornalista di Radio Capital, l’esperienza di Chokora che in Swahili significa bambini di strada.  Il nome del servizio è “Chokora il barattolo che voleva suonare” e lo stiamo realizzando con l’aiuto di AMREF (African Medical and Research Foundation) e racconterà la storia di bambini che fanno strumenti musicali con baratoli ed altri scarti per cercare attraverso la musica un nuovo orizzonte da soli.  E’ una storia fatta di tanti personaggi, chi impara a suonare strumenti di fortuna, chi insegna loro a farlo, gli operatori umanitari che sono sul posto e che in qualche caso sono ex ragazzi di strada.

 

 

Salva

Salva

Salva

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ!