Mame Cinema: Van Gogh al cinema Ta il Cielo e il Grano diventa un film
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Van Gogh al cinema: tra il grano e il cielo diventa un film

Dopo l’incredibile successo di Loving Vincent, torna Van Gogh al cinema, con Tra il Grano e il Cielo tratto dalla mostra alla Basilica Palladiana di Vicenza.

Il film sicuramente parte dalla mostra vicentina ma il pubblico si troverà dinanzi a un racconto che si svincolerà su due binari diversi. Si racconteranno le vicende non solo dell’artista tra i più conosciuti e apprezzati al mondo, Vincent Van Gogh (1853-1890), ma anche quelle di Helene Kröller-Müller.

Chi è Helene Kröller-Müller? Helene (1869-1939) è stata la più importante collezionista di opere di Van Gogh e tra le prime a riconoscere la sua genialità. La raccolta di opere prevedeva oltre 90 dipinti e 185 disegni e si è trasformata in museo: il Kröller-Müller Museum di Otterlo.

Van Gogh. Tra il grano e il cielo, è il film diretto da Giovanni Piscaglia, scritto da Matteo Moneta, con l’ausilio scientifico del curatore della mostra vicentina Marco Goldin. Il film è prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital, con la voce narrante di Valeria Bruni Tedeschi e le musiche del pianista Remo Anzovino.

Dice il regista: «Parlare di van Gogh significa avere davanti molti discorsi già fatti quasi ogni anno escono libri o film su di lui, uno dei pittori più conosciuti e più amati. La mia sfida è stata ripulire l’artista dalle leggende e andare a indagare sentimentalmente l’uomo».

Helene come Van Gogh

Due vite diverse unite quasi da un destino comune, Helene si sentiva vicina all’artista, ai suoi tormenti, al suo stile di vita, ai suoi “credi”. La filantropa di origine tedesca era una donna infelice, sposata a un uomo che non amava che trovava però gioia nell’arte di Van Gogh. Proprio da questo riconoscimento “spirituale” che Helene inizia a raccogliere quante più opere possibili, questo portò un certo giovamento anche a Vincent.

Racconta Piscaglia: «Helene è un personaggio romantico, quasi libresco, chiusa nell’ideale di donna a cavallo tra Ottocento e Novecento. È molto ricca, potrebbe avere tutto, ma è anche malata fisicamente e ha bisogno di vedere oltre la realtà che gli altri hanno predisposto per lei. È quindi una donna malinconica. L’arte di van Gogh la porta a una realizzazione interiore di quello che la vita reale non le ha dato».

«Avevano della religione una visione molto laica. Van Gogh era a metà tra San Francesco, che si spoglia della mondanità per abbracciare la bellezza delle cose e trovare così Dio. E lo jurodivyj di Dostoevskij, un diverso, un reietto, che non risponde alle coordinate della società ma che forse proprio per questo si avvicina alle coordinate di Dio. E il Dio di Vincent e Helene lo riesce a vedere solo chi vive soglie di valori, tra il visibile e l’ulteriore».

Il Museo Kröller-Müller

Dopo aver a lungo viaggiato, Helene decide di raccogliere le opere di Van Gogh in un grande museo quasi a restituirgli ciò che gli anni, la vita e la gente gli aveva tolto. Era giunta a questa conclusione pensando al ruolo di Firenze nel Rinascimento e di come i Medici erano riusciti a far fruire l’arte.

Il Museo Kröller-Müller è stato aperto nel 1938, un anno prima della scomparta di Helene, in un parco poco distante da Amsterdam. Un luogo suggestivo dove flora e fauna dialogano perfettamente con le opere di Rodin e Fontana.

Il film ha il compito di mostrare a tutto il suo pubblico non solo le vicende legate all’arte di Van Gogh, al museo a lui dedicato da Helena, della vita di quest’ultima e le trame delle loro vite. Un aspetto importante sarà dato alla breve attività del pittore e ai suoi poco conosciuti disegni che ispiravano i dipinti, quasi mai esposti.

Museo Kröller-Müller, Otterlo, Paesi Bassi: come arrivare

 


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