VAN RUISDAEL, JACOB
Dizionario Arte

Van Ruisdael, Jacob

 

Jacob Van Ruisdael. Il migliore e più versatile di tutti i pittori paesaggisti olandesi. In assenza di qualsiasi notizia riguardo la sua formazione, generalmente si ritiene che si sia formato con il padre Isaac

Van Ruisdael, Jacob. Il migliore e più versatile di tutti i pittori paesaggisti olandesi. In assenza di qualsiasi notizia riguardo la sua formazione, generalmente si ritiene che si sia formato con il padre Isaac, che era pittore (ma non ci rimane nessuna sua opera), corniciaio e commerciante di quadri, o dallo zio Salomon Van Ruysdael (la presenza della y nel cognome di quest’ultimo è verificata nelle loro firme). Qualunque formazione abbia avuto, Ruisdael fu estremamente precoce; i suoi primi quadri conosciuti sono datati 1646 e rivelano già una matura e distinta personalità artistica.

Van Ruisdael, Jacob, fu versatile e prolifico

Fu versatile e prolifico (sono sicuramente attribuiti a lui circa settecento dipinti, insieme a circa cento disegni e a una dozzina di incisioni): dipinse foreste, campi di grano, spiagge e paesaggi marini, mulini ad acqua e mulini a vento, paesaggi invernali e torrenti scandinavi sotto l’influenza di Allart Van Everdingen (non visitò mai la Scandinavia personalmente); poteva evocare poesia da uno scenario di semplici dune come da una veduta panoramica fantastica. Più che la versatilità, però, è la forza emotiva del suo lavoro che lo distingue dai contemporanei.

Si allontanò decisamente dalla fase ‘tonale

Si allontanò decisamente dalla fase ‘tonale’ della paesaggistica olandese rappresentata dallo zio; invece di sottili effetti atmosferici favorì forme sostanziose, rese con colori densi e pennellata vigorosa e pastosa. Il suo approccio emotivo è espresso in modo indimenticabile nel Cimitero ebraico (1660, versioni al Detroit Institute of Art e alla Gemäldegalerie, Dresda), dove le tombe e le elegiache rovine, simboli della transitorietà e dell’effimera esistenza umana, contrastano con il potere di rinnovamento della natura.

Sembra che all’inizio della sua carriera Ruisdael

Sembra che all’inizio della sua carriera Ruisdael avesse viaggiato molto in cerca di soggetti, ma non si avventurò mai lontano da casa. Compì il viaggio più ambizioso forse nel 1650 con l’amico Nicolaes Berchem raggiungendo il confine con la Germania, come risulta dai molti dipinti del Castello di Bentheim in Vestfalia. Nella più famosa di queste vedute (1653, National Gallery, Dublino), il castello corona eroicamente la cima di una collina aspra e ripida, trasformata dall’immaginazione di Ruisdael rispetto alla mite pendenza del luogo reale. Nel 1656 si spostò ad Amsterdam, dove visse per il resto della vita (anche se fu sepolto nella cattedrale di San Bavone ad Haarlem).
Ruisdael ebbe sicuramente una storia piuttosto vivace, ma si conosce poco della sua vita e si credette a lungo che fosse morto pazzo nella sua casa ad Haarlem, una sorte che fu invece del cugino e quasi omonimo Jacob Van Ruysdael.

Rimane ancora incertezza riguardo al fatto

Rimane ancora incertezza riguardo al fatto, riportato da Houbraken e sostenuta da alcune testimonianze, che Ruisdael svolgesse anche la professione di medico (avrebbe preso un diploma di medicina a Caen in Normandia nel 1676, quando era vicino ai cinquant’anni); sembra impossibile che potesse averne il tempo, ma altri pittori prolifici olandesi, per esempio Steen (che conduceva una taverna), riuscivano a fare due lavori. L’unico allievo certo di Ruisdael fu Hobbema, ma la sua influenza fu ampia, sia sui suoi contemporanei olandesi sia su artisti di altri paesi nei due secoli successivi: Gainsborough, Constable e la scuola di Barbizon, per esempio. Sue opere sono presenti in molte collezioni pubbliche; la migliore testimonianza del suo lavoro si trova alla National Gallery di Londra.

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