Furio Zucco
Musica

Furio Zucco Vasco Rossi: ultimo live . 2014

Furio Zucco. Dal primo live di Radio Popolare agli One Direction, il medico è responsabile dell’assitenza sanitaria allo Stadio Meazza

Furio Zucco. Dal primo live di Radio Popolare agli One Direction, il medico è responsabile dell’assistenza sanitaria allo Stadio Meazza

 

Ne abbiamo parlato a lungo: Vasco Rossi è il re incontrastato dei live negli stadi. Stasera ne darà ulteriore prova con gli ultimi di 7 concerti tra l’Olimpico e San Siro.  In pochi possono permettersi di muovere folle oceaniche come le sue, e questi due live di chiusura ne daranno ulteriore prova.

Ma come si gestisce una folla da stadio, in termini di sicurezza? Ne abbiamo parlato con il dottor Furio Zucco, anestesista e responsabile sanitario dello Stadio Meazza, dai più conosciuto come il “Dottor San Siro”.

“Mi ricordo ancora il concerto di Bruce Springsteen a San Siro nel 1985

“Mi ricordo ancora il concerto di Bruce Springsteen a San Siro nel 1985: 85000 persone, 350 svenimenti nei primi 15 minuti.  In quell’occasione ho capito l’importanza del mio lavoro”.

Furio Zucco Ma com’è nata l’idea di garantire un’assistenza sanitaria agli eventi negli stadi? 

“Tutto è nato dopo il leggendario concerto d Bob Marley a San Siro nel 1980. Quelle furono anni eroici in fatto di concerti, ma mancava del tutto un’attenzione dal punto di vista della salute, ogni cosa era affidata al caso. Oggi invece per ogni evento ci sono almeno 100 persone in servizio”.

Come si gestisce un team simile?

“La nostra è un’assistenza strutturata, che prevede una base di professionisti e soccorritori: medici, infermieri, soccorritori sparsi in giro per lo stadio. In tutto 23 squadre, due in campo e le altre sugli spalti”.

Questo vale anche per le partite?

“A partire dai mondiali di calcio del 90 è nato un vero e proprio servizio sanitario, con anestesisti e rianimatori in campo, infermieri specializzati, e soccorritori qualificati. Da quell’anno Inter e Milan  hanno iniziato ad investirci dei soldi. Lì il defibrillatore è diventato una presenza obbligatoria negli stadi. Insomma, passo dopo passo abbiamo raggiunto traguardi importantissimi”.

C’è stato un momento particolare in cui hai capito che senza questo duro lavoro tutto sarebbe stato più pericoloso?

“Sì, esattamente l’anno scorso, durante uno dei live di Jovanotti a San Siro: uno spettatore è andato in arresto cardiaco, ma grazie alla nostra organizzazione si è salvato. L’abbiamo intubato e abbiamo usato il defibrillatore”.

Com’è cambiata la situazione, in tutti questi anni di lavoro?

“Una cosa importante è che negli anni è cambiata l’organizzazione delle aree, ora c’è una distanza significativa tra palco e transenne. I palchi sono diversi: vengono messi sul lato lungo e disposti in maniera da facilitare il deflusso delle persone, e non è assolutamente da sottovalutare.

Una volta poi l’idea di sicurezza era aleatoria: bastava avere dei bestioni tatuati davanti al palco, detti “muscolari”. Oggi tutto è più calcolato: per esempio lo staff degli One Direction ha imposto che la security non restasse a braccia conserte: può essere interpretato come un segno di sfida e mettere il pubblico in una condizione di aggressività.

Una nota curiosa invece: le groupies sono sparite. Persino Vasco, che ne aveva a decine, non ne ha più!”

Furio Zucco

Dottor Furio Zucco qualche richiesta particolare da parte delle star? Qualche aneddoto curioso?

“Tutti gli artisti chiedono di avere delle bombole di ossigeno in via precauzionale.

Madonna ci aveva chiesto addirittura di avere un’unità di rianimazione a disposizione dietro il palco.

Qualche settimana fa, durante il concerto degli One Direction alcune ragazzine hanno manifestato la sindrome spasmofilica: in pratica a causa di una forte iperventilazione si bloccano tutti i muscoli e ci si irrigidisce. Era una cosa che non vedevo dal concerto dei Duran Duran nel 1987!”

One Direction e Vasco Rossi: due mondi diversi messi a confronto in uno spazio magico come San Siro. Non tutti hanno la possibilità di testimoniare con un occhio esterno degli eventi simili… 

“Un concerto di Vasco è più complesso da organizzare per via del numero di persone da gestire, mentre i live di band per teenager come i One Direction ci danno qualche preoccupazione in più proprio a causa della giovane età del pubblico”.

Di concerti di Vasco  a San Siro ne avrai visti tanti…qual è la cosa che più ti sconvolge ogni volta?

“I concerti di Vasco sono degli eventi rituali, come una processione sacra della madonna: chiunque canta, uomini e donne. C’è un livello di immedesimazione incredibile, tutti ripetono i suoi gesti. Non dev’essere semplice gestire una folla così adorante dal palco, la pressione è palpabile. Forse per questo Vasco chiude i suoi live con Alba Chiara: l’assolo di chitarra finale dura qualcosa come 6 minuti e questo gli permette di scappare in camerino prima di tutti”.

 

Conclusioni FurioZucco

 

9 luglio 2014

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