Dizionario Arte

Vela, Vincenzo

Scultore italiano. Si trasferì a Milano nel 1832, per frequentare la Scuola di Ornato e alcuni corsi all’Accademia di Brera, lavorando nel frattempo per l’Opera del Duomo. Nel 1837 vide la Fiducia in Dio di Lorenzo Bartolini esposta a Brera, e si convertì alla scultura realista. Le sue prime prove, apprezzate da Francesco Hayez, gli consentirono di accedere ai salotti della borghesia milanese, e di ottenere importanti commissioni dai duchi Litta. Spostatosi a Roma nel 1846, si fece coinvolgere nei moti politici di quegli anni, e partecipò alla guerra del Sonderbund e alla prima guerra di indipendenza (1848); si guadagnò così la fama di artista patriota, simboleggiata dal suo Spartaco (Palazzo Civico, Lugano), iniziato a Roma e terminato dopo il ritorno a Milano. L’opposizione agli austriaci lo costrinse a lasciare nuovamente la città nel 1852, per recarsi prima nella natia Ligornetto, quindi a Torino, dove fu nominato professore presso l’Accademia Albertina. Negli anni Cinquanta abbondarono le commissioni per monumenti funerari, ritratti e opere pubbliche, che valsero a Vela il titolo nobiliare (1854) e una serie di successi in Piemonte e in Francia. A Unità d’Italia avvenuta, nell’assestarsi della situazione culturale torinese, Vela fece ritorno a Ligornetto (1867), dove fu protagonista della vita politica locale e proseguì la produzione scultorea, anch’essa all’insegna di istanze sociali e di un instancabile spirito risorgimentale. Nascita: Ligornetto 1820; Morte: Ligornetto 1891

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