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Vertice tra Putin e Erdogan in Kazakistan: la Turchia sarà mediatore tra le parti

Vertice tra Putin ed Erdogan in Kazakistan: la Turchia mediatore in cambio della centralità nel mercato del gas russo

Mentre conflitto tra Russia e Ucraina si fa sempre più sanguinoso, sul fronte dei negoziati sembrerebbe smuoversi qualcosa. Nella giornata di oggi, 13 ottobre, il capo di stato russo, Vladimir Putin, incontrerà ad Astana, in Kazakistan, il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan. Il Cremlino ha parlato tramite del consigliere diplomatico Yuri Ushakov, il quale ha comunicato la volontà della Russia di conferire alla Turchia un ruolo centrale nei negoziati.

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consigliere diplomatico Yuri Ushakov
Il consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov

Il tentativo di negoziato è previsto in diversi formati. E senza escludere la partecipazione di Kiev. Secondo fonti russe la proposta della Turchia si basa su tre punti:

  • il Cessate il fuoco tra i due paesi con una tregua da trasformare in pace;
  • il riconoscimento di parte dei territori annessi da Mosca;
  • la creazione di una zona-cuscinetto tra la Russia e l’Ucraina con gestione internazionale dei confini.

La diplomazia procede, ma si continua con le armi

Martedì, 11 ottobre, si è svolto invece un G7 convocato d’urgenza dalla Germania, che al momento ne detiene la presidenza. L’incontro è stato reso necessario dall’aggravarsi del conflitto, e vi ha preso parte il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Durante il suo intervento, Zelensky ha affermato che rifiuterà qualsiasi negoziazione che preveda Putin come presidente della Russia, e ha chiesto un aumento dei rinforzi militari da parte delle potenze europee, sottolineando che l’Ucraina punta a riprendere i territori occupati, Crimea compresa, «piantando bandiere ovunque in Donbass».

Sembra dunque impossibile al momento soddisfare i punti del probabile negoziato proposto da Erdogan. Così come sembra difficile che Zelensky torni sui suoi passi, è molto improbabile che la Russia accetti una gestione “internazionale” dei suoi confini. È infatti questo uno dei motivi ufficiali dell’invasione dell’invasione dell’Ucraina.

“Vogliamo tenere la porta della diplomazia aperta. Quelli che credono che non ci sia più terreno per la diplomazia spesso hanno torto. Al contrario, la diplomazia diventa addirittura più importante in tempi come questi, quando la guerra infuria, come purtroppo sembra che stia accadendo in questo momento”

ha dichiarato Ibrahim Kalin, portavoce del presidente turco. Kalin ha inoltre garantito che

“L’esecutivo sta dando consigli a entrambe le parti in questa direzione”.

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Ibrahim Kalin, portavoce del presidente turco

I risultati dei colloqui di oggi, 13 ottobre

A proposito del vertice bilaterale di oggi, 13 ottobre, il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha dichiarato che:

“Il dialogo ai vertici di Russia e Turchia funziona bene e sta dando risultati positivi. Nonostante tutte le difficoltà associate alle restrizioni sanitarie e politiche, troviamo sempre il modo di incontrarci regolarmente e comunicare. Questo dà buoni risultati”

Incontri diretti tra NATO e Russia?

Il consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov, citato dalle agenzie russe, ha poi risposto così a una domanda sull’ipotesi di un faccia a faccia tra Putin e Biden al prossimo G20 di Bali, il prossimo novembre:

Non rifiutiamo mai negoziati o altri contatti internazionali utili. Non allontaniamo mai una mano tesa. Ma se sentiamo e capiamo che un partner non vuole incontrarci per un motivo o per un altro, non ci imponiamo

Il presidente americano, Joe Biden, in un’intervista alla Cnn ha detto che un eventuale incontro con Putin sarebbe dipeso dall’oggetto della conversazione.

E la Turchia, cosa ci guadagna?

Erdogan sicuramente non lavora “pro bono” alla creazione di un tavolo di negoziazione tra l’Ucraina, con le altre potenze della NATO, e la Russia. Dal vertice bilaterale di oggi, che si terrà ad Astana, in Kazakistan, Erdogan potrebbe verosimilmente uscire con la promessa da parte di Putin di uno spostamento dell’hub del gas europeo.

Putin ha infatti dichiarato:

“Possiamo trasferire il volume di transito perso lungo i gasdotti Nord Stream, sul fondo del Mar Baltico, alla regione del Mar Nero. Rendere quindi principali le rotte di approvvigionamento del nostro carburante, del nostro gas naturale verso l’Europa attraverso la Turchia, creando il più grande hub del gas per l’Europa in Turchia. Certamente, se i nostri partner sono interessati a questo”, ha detto Putin.

Così, i Paesi europei interessati al gas russo potrebbero comunque accedervi, ma senza che questo passi dalla rotta nord, bensì attraverso la Turchia. Senza sorprese, non si è fatta attendere la risposta positiva del ministro dell’Energia turco.

Si sta dunque delineando la situazione che ci si poteva prospettare dall’inizio del conflitto, con la Turchia al centro dei negoziati tra Ucraina e Russia. Se le cose dovessero prendere questa piega, c’è da aspettarsi che Erdogan avanzi delle richieste anche nei confronti dell’Unione Europea.

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