Vicente Huidobro, una vita piena di avventure
127 anni fa nasceva Vicente Huidobro
Vicente García-Huidobro Fernández nasce a Santiago, in Cile (quel Cile tanto caro al recentemente scomparso Italo Moretti), il 10 gennaio 1893. In occasione del 127° anniversario ripercorriamo la sua vita piena di avventure, votata alla poesia e all’antifascismo.
I primi anni
Huidobro nasce in una famiglia di ricchi intellettuali, sua madre era a sua volta poetessa nonchè attivista femminista.
Dopo aver passato alcuni anni in Europa, egli torna in patria e inizia gli studi presso il congresso gesuita di Santiago prima, e all’Università del Cile poi (dove studia lettere). Già in giovane età inizia a dirigere riviste culturali come la Musa Joven e l’Azul.
Quando ha solo 18 anni esce la sua prima raccolta di poesie, in stile modernista, dal titolo Ecos del Alma. Nel 1914 il poeta inizia a manifestare il suo particolare modo di intendere la poesia con il manifesto Non Serviam, in cui rifiuta i limiti imposti dagli standard artistici e letterari dell’epoca.
Huidobro l’intellettuale
A Buenos Aires, nel 1916, Huidobro inizia una ricerca stilistica che lo avrebbe portato in seguito all’ideazione del creazionismo.
Nel 1917 il poeta collabora con la rivista culturale Nord-Sud, dove scrivono altre grandi menti come Breton, Apollinaire, Tzara e molti altri. Da questo momento in poi l’intellettuale cileno viene a contatto con il mondo delle avanguardie e si confronta con una lunga lista di personaggi illustri tra cui Picasso, Braque, Mirò, Picabia.
Vicente Huidobro: l’ideatore del creazionismo
La più grande eredità artistica di Vicente Huidobro è senza dubbio il movimento del creazionismo. Per il poeta cileno infatti le parole non devono rimandare al significato reale delle cose, ma devono creare significati nuovi. Il poeta ha dunque il compito di creare, usando il linguaggio, realtà del tutto nuove; non a caso l’intellettuale cileno definisce il poeta come un piccolo dio.
Nel 1925 esce la raccolta di saggi Manifesti, dove Huidobro descrive che cos’è una “poesia creata“. Egli spiega che quando scrive che “un’uccello fa il nido nell’arcobaleno” sta parlando di un fatto che non vedrà mai nessuno: la poesia deve infatti raccontare qualcosa che non accadrà mai, ma che sarebbe molto bello se accadesse. Per il poeta tutto ciò porta alla dimensione del sublime, ma non inteso in senso grandioso e terribile, non un sublime che spaventa, bensì un sublime che affascina e incuriosisce (viene definito un “sublime da taschino”).
L’impegno antifascista
Huidobro si impegnò a combattere il fascismo per tutta la vita. Dopo la crisi del ’29 egli torna in Cile, dove si iscrive al Partito Comunista cileno, nonostante avesse già subito due attentati per via delle sue idee di sinistra. Egli negli anni ’30 scrive molto di politica, ma durante la guerra civile spagnola decide addirittura di combattere e si schiera al fianco dei repubblicani.
Gli ultimi anni e la morte
Nel 1945 Huidobro lavora come corrispondente da Parigi e va anche a Berlino con le truppe alleate.
Purtroppo nel 1947, il poeta è colto da un ictus al cervello, forse causato da una ferita rimediata durante la guerra civile spagnola. Muore un anno dopo a Cartagena (dove si era trasferito con la sua terza moglie) all’età di 54 anni.
ACQUISTA QUI I LIBRI DI VICENTE HUIDOBRO
NEWSLETTER
Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.