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Moda,  Attualità

Viktor & Rolf: quando la couture diventa meme

Quando l’Alta Moda diventa social e si veste di slogan ai quali manca davanti solo l’hashtag: inizio – o fine – di un’era?

Chi ha seguito in questi giorni la settimana della moda Haure Couture di Parigi non avrà dimenticato la sfilata di Viktor & Rolf.

Il noto brand olandese ottenne già molta visibilità per altri abiti esagerati e stravaganti come ad esempio quelli della collezione Fall/Winter 2016/17.

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Una tela decostruita sfila in passerella per la collezione F/W 2016-17

Per intenderci, alcuni abiti/opere di questa precedente collezione furono acquistati da collezionisti di arte e donati successivamente a musei importanti in giro per l’Europa.

Nel 2019, a Parigi, Viktor & Rolf tornano a far parlare di sé con la collezione Fashion statements, di cui già il titolo è considerevolmente didascalico.

Con 17 ampissimi abiti colorati, per i quali sono stati necessari 8 chilometri di tulle, la coppia di designers impatta con il pubblico in pompa magna, ma aggiungendo particolari meme, gli statements appunto, sul davanti di ciascuno.

Il risultato, è senza dubbio singolare.

Nonostante il pubblico sia spaccato a metà tra favorevoli e non, le immagini della sfilata sono ovunque su Instagram.

Il merito è sicuramente alle frasi autoironiche e ciniche applicate sulle spumose gonne colorate che tanto stanno facendo discutere i social in queste ore.

Viktor & Rolf: scelta stilistica o strategia social?

Sicuramente, la domanda a cui si arriva osservando la sfilata è: sono abiti pensati per essere indossati o solo “instagrammati”?

Probabilmente, entrambe le cose; ma sicuramente la teoria della strategia di social media marketing non fa una piega, soprattutto guardando il vertiginoso aumento del traffico dati della pagina Viktor & Rolf su Instagram.

Nonostante il grande tributo alla storia dell’alta moda di questi abiti dai volumi impossibili ma, in ogni caso, di design, viene da chiedersi se tra qualche anno, o mese, questi abiti saranno ancora nella memoria collettiva o meno.

Sono davvero la summa dei nostri tempi? Tra vent’anni sfoglieranno i cataloghi di moda dicendo: «Ecco, questo è ciò che di più rappresentativo nel 2019»? Tutto dipenderà dai criteri di giudizio utilizzati. Se tra i criteri vi saranno anche le impressions, i like e le condivisioni sui social, probabilmente sì: questi abiti verranno ricordati a distanza di anni.

Bisogna dire, in ogni caso, che l’epidemia social è almeno democratica.

Oggi tutti possiamo seguire le sfilate in diretta, giudicare nello stesso momento in cui lo sta facendo Anna Wintour, condividere online i nostri pensieri, sentirci coinvolti nel processo creativo e di distribuzione.

Forse è stata proprio la presa di coscienza di questi dati ad aver spinto Viktor & Rolf a una scelta così spinta.

Un po’ come dare in pasto ai social ciò che i social vogliono.

Gli altri social brand

Tuttavia, Viktor & Rolf non sono i primi ad aver scoperto l’acqua calda.

Già altri brand, che sui social hanno costruito un impero in questi anni, sono da tempo in prima fila per quanto concerne avere un occhio di riguardo per Instagram&co.

Balenciaga, da tempo crea vestiti che sono fatti per essere sulla bocca di tutti, anzi, sugli schermi di tutti. Dal parka costituito da più capi d’abbigliamento sovrapposti, alla borsa Ikea rielaborata e venduta a migliaia di euro.

Per non parlare di Gucci, il brand più osannato dai millenials, con una rete social sviluppatissima e studiata per essere virale.

Bisogna puntualizzare che questi due esempi non sono totalmente accostabili alla linea di Viktor & Rolf, in quanto sia nelle scelte creative di Balenciaga, sia in quelle di Gucci, c’è una rielaborazione culturale molto più profonda e sofisticata.

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