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Vincenzo onorato: l’armatore in guerra per salvare la sua flotta

Vincenzo Onorato: tra navi e tribunali nella battaglia per non perdere Moby e Tirrenia. Scontro con Grimaldi e agenti del Mossad chiamati in causa.

Vincenzo Onorato è impegnato nella battaglia per non perdere Moby e Tirrenia, società marittima che l’armatore stesso controlla dal 2015.

La complicata crisi di Moby e Tirrenia: un riassunto

Il tutto ha inizio nell’ormai lontano 2008. Tirrenia, società italiana di trasporti marittimi a controllo statale, è entrata in una profonda crisi. Con il governo Silvio Berlusconi si iniziò la procedura per la privatizzazione della società. Dopo una prima gara la società viene messa in amministrazione straordinaria.

La seconda gara per la privatizzazione, nel maggio 2011, viene vinta da CIN, Compagnia Italiana di Navigazione, nuova società costituita da: Marinvest di Gianluigi Aponte, Moby di Vincenzo Onorato ed Emanuele Grimaldi di Grimaldi Lines. Tirrenia al momento della privatizzazione aveva debiti per 520 milioni di euro. La CIN riuscì a comprarla per 380 milioni di euro, sulla vendita intervenne però l’Antitrust, e a seguito di tappe intermedie, nel 2015 Vincenzo Onorato completò l’acquisizione di CIN.

La società CIN diventa parte del gruppo Onorato

Nel 2016, Onorato era quindi proprietario di Moby, la riconoscibile compagnia navale che colora i mari con le figure del cartone Looney Tunes, e di Tirrenia, chiudendo un’operazione di finanziamento per 560 milioni di euro. Nonostante i fondi e una prima riorganizzazione delle rotte, i conti della Tirrenia non sono mai migliorati. La crisi economica, l’inflazione e la crisi pandemica non hanno aiutato di certo la compagnia.

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In foto Vincenzo Onorato

Il gruppo Onorato in crisi

A luglio 2020 Moby e CIN hanno fatto richiesta al tribunale di Milano di un “concordato in bianco”. Con questo strumento una società in fallimento dimostra l’intenzione di ristrutturare il proprio debito e di non fallire presentando un piano da sottoporre ai creditori nel giro di sei mesi.

I sei mesi passano… e il CIN non presenta nessun piano. La procura di Milano, così, il 15 aprile 2021 ne ha chiesto il fallimento indicando il bilancio della società in passivo di circa 200 milioni e debiti, ormai scaduti, per 350-400 milioni, di cui 180 nei confronti dell’amministrazione straordinaria.

I commissari hanno citato in giudizio Moby: sostengono che il gruppo di Vincenzo Onorato abbia stipulato accordi commerciali tra CIN e Moby a favore di quest’ultima. I commissari hanno così chiesto al tribunale di Milano di disporre in via cautelare il sequestro conservativo di 180 milioni di euro nei confronti della società Onorato Armatori.

La richiesta verrà discussa il 5 novembre prossimo. Richiesta motivata dai commissari in quanto Moby non abbia mai finito di pagare per l’acquisizione di Tirrenia nel 2011.

Vincenzo Onorato si dimette

Nel frattempo Vincenzo Onorato, l’11 ottobre 2021, si dimette dalla Presidenza della società Moby. Lo comunica ai suoi lavoratori tramite una lettera, in cui preannuncia la nomina di un nuovo giovane Presidente. Rimane comunque critica la situazione finanziaria, ma non solo, della società: debiti per 500 milioni di euro ancora oggi. A dicembre l’assemblea dei creditori dovrebbe approvare il concordato preventivo e proseguire con le sue attività imprenditoriali. Anche se i vertici della società hanno già richiesto il rinvio dell’assemblea, per così meglio preparare il rimborso dei debiti.

La battaglia di Vincenzo Onorato

L’ormai ex Presidente del gruppo Onorato Armatori è convinto che il concorrente Grimaldi Lines, stia facendo di tutto per portare la società Onorato al fallimento.

Crede che Grimaldi sia in contatto con finanzieri internazionali che stiano agendo per indebolire la sua società. Onorato, tenta il tutto e per tutto: per provare i sospetti che ha assolda un’agenzia investigativa americana formata da ex agenti del Mossad, il servizio segreto israeliano. Questo per tenere sotto controllo per esempio il finanziere Antonello di Meo, che detiene il 25% di obbligazioni della società. Grimaldi, però, replica alle accuse “con Onorato non c’è nessuna guerra, non è che in Grimaldi ci si alza al mattino con Onorato come primo pensiero”. 

La vicenda si intreccia con la politica

È risaputa l’amicizia che c’è tra Guido Grimaldi e Matteo Salvini, ma Grimaldi ci tiene a precisare, che per quanto la Lega possa appoggiare Grimaldi, non avviene il contrario: la società non ha mai finanziato la Lega ne tanto meno i partiti. Questo, a differenza di quanto il gruppo Onorato faccia, ovvero finanziare platealmente i partiti politici.

Proprio per questo la procura di Milano aveva anche aperto un’indagine circa i finanziamenti della società Moby nei confronti di politici, tra questi Beppe Grillo, Matteo Renzi, e partiti come Fratelli d’Italia e Pd. La tensione per tutta questa vicenda è alta, non ci resta che aspettare di vedere come finirà la questione dei concordati preventivi: il commercio, le rotte marittime e una parte importante dell’economia italiana sono in bilico.

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Guido Grimaldi e Matteo Salvini

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