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Arte,  Interviste

Vittorio Sgarbi: intervista ad Artefiera 2019

Proprio in queste ore si sta concludendo la 45ª edizione di Artefiera, abbiamo intervistato Vittorio Sgarbi per opinioni sui nuovi metodi di fruizione dell’arte

Abbiamo chiesto a Vittorio Sgarbi, tra le interviste da Artefiera 2019, di commentare questa edizione della fiera. Quest’anno le interviste e le curiosità sono incentrate sul presente e il futuro dell’arte in Italia, con uno sguardo al passato. Non è mai semplice dire ciò che sarà, ma abbiamo provato a capire cosa potrebbe essere, chiedendolo a Vittorio Sgarbi.

Siamo nell’epoca in cui tutto è in divenire a ritmi che non sono mai stati raggiunti nella storia. Tecnologia, design, mercato: tutto è sotto effetto della pressa dell’avanzamento dei tempi. Per qualcuno è decisamente il caso di rallentare, anzi, dare una sterzata decisiva nella direzione opposta: tornare alle origini. Per altri, è il momento giusto per accelerare verso il futuro e vedere cosa ci riserva.

Come si colloca l’arte in questo momento storico? Oggi l’arte usa nuovi metodi di comunicazione, che spesso trascendono completamente la tela e il blocco di marmo. Certo, dal secondo dopoguerra cinema, musica e fotografia si sono affermati come nuovi mezzi artistici, ma oggi ne sono nati di nuovi e più sovversivi che fanno uso di questi media precedenti per diffondersi a quante più persone possibile.

Proprio qui scrivevamo della possibilità di acquistare quote di opere d’arte sulla piattaforma di Look Lateral. Ed è così, oggi è possibile riferire ad amici e parenti che “Sì, possiedo un pezzo di quell’opera”. Abbiamo chiesto pareri sull’argomento nelle interviste ad Artefiera 2019. Insomma, è facile dire che cosa sta succedendo all’arte oggi, ma domani?

Vittorio Sgarbi su Artefiera – Interviste Artefiera 2019

Lo abbiamo provato a chiedere a Vittorio Sgarbi, intercettato nei corridoi della sontuosa Artefiera 2019, a Bologna.

Secondo lei, quale potrebbe essere un metodo per avvicinare le nuove generazioni al mondo dell’arte? Per esempio: Artefiera potrebbe essere un modo valido?

Artefiera lo è di fatto, perché è costruita bene, va avanti da trent’anni e ha creato quindi un automatismo che chiama forse più di alcune mostre. Qui si ha la possibilità di vedere un mondo che sì, in qualche modo è lontano dai giovani perché richiede denaro, però non c’è solo un artista, ma tantissimi, mentre nelle mostre solo uno.

Ecco perché Artefiera è meglio di una mostra in un museo, dove si può arrivare a un numero di visitatori di 40.000 persone, ma in quattro mesi, per esempio. Qui lo stesso numero si fa in tre giorni, forse per la varietà dell’offerta, dato che si vedono molte opere. 

Cosa ne pensa delle piattaforme che consentono di acquistare “pezzi” di opere d’arte a cifre irrisorie?

Questo è un metodo che non ha nessun risvolto collezionistico. Perché l’opera appartiene comunque a chi ha più quote di maggioranza, ma un modo per far sentire che si è partecipi di un mondo, come una sorta di tessera associativa, per così dire.

Lei ha comprato qualcosa in questa fiera?

Per chi ha poco tempo e molto denaro Artefiera va benissimo. Personalmente non ho comprato nulla perché penso vada fatta una ricerca all’origine.

 

 

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