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Voto anticipato, si pensa al 2 ottobre. Ma arrivano gli appelli a Draghi per rimanere al governo

Possibile voto anticipato il 2 ottobre: lo scenario attuale

Attualmente la crisi di governo è in stallo, nell’attesa di mercoledì prossimo quando Mario Draghi comunicherà le proprie decisioni a seguito delle dimissioni presentate pochi giorni fa. Continuano, quindi, i tentativi di pressing per convincere il premier a rimanere alla guida del governo fino alla scadenza del mandato. Ma rimane aperta la possibilità, temuta dalla politica nazionale e internazionale, di un voto anticipato, per il quale è spuntata nelle ultime ore la data presunta del 2 ottobre.

Ad oggi, il governo italiano appare come un mosaico in fase di rottura e senza possibilità di essere ricostruito. I 5 Stelle continuano a imporre i propri paletti; Forza Italia e Lega si rifiutano di stare ancora al governo con il Movimento; una parte del Pd è disponibile alla maggioranza con i disertori 5 Stelle mentre un’altra no.

Insomma, il caos non è poco.

Voto anticipato per il 2 ottobre? La linea di Conte è chiara

Le maggiori tensioni arrivano dal Movimento 5 Stelle, il partito che ha di fatto dato inizio a questa crisi. Oggi, domenica 17 luglio, è ripresa l’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari 5 Stelle con il loro leader Giuseppe Conte. Al momento, sembra che 17 di loro si siano espressi contro la fiducia a Draghi; altri dieci, invece, si sono detti favorevoli.

La deputata M5S Azzurra Cancelleri sottolinea la necessità di rimanere coerenti: “Occorre sostenere il governo perché gli scenari alternativi, ovvero il voto o il nuovo governo con il Movimento all’opposizione, non ci permetterebbero di attuare i punti del nostro documento”.

Tuttavia, complessivamente la linea che prevale è quella di Conte. Ormai l’ex premier sembra convinto di proseguire per la spaccatura e, di conseguenza, per le elezioni anticipate. O c’è il Movimento o non c’è Draghi a Palazzo Chigi. Anche Luigi Di Maio si è rassegnato: “A questo punto la legislatura è finita e Conte si assumerà la responsabilità di aver fatto cadere il governo e di aver portato il Paese alle urne”.

Le richieste a Draghi di rimanere

A livello nazionale, e non solo, sono in molti a chiedere al Presidente del Consiglio Mario Draghi di rimanere al governo. Sono oltre 400 i sindaci italiani che hanno aderito all’appello pro-Draghi lanciato dal primo cittadino di Firenze, Dario Nardella. Iniziativa contro cui si è scagliata Giorgia Meloni.

Ma gli appelli sono molti. Arrivano dall’Ucraina: la vice premier Iryna Vereshchuk è convinta che solo con Draghi al governo italiano “vinceremo la guerra”. Arrivano anche dal Financial Times: in un editoriale firmato dalla redazione è stato sottolineato quanto l’Italia abbia ancora bisogno di Mario Draghi. “Una crisi politica ha colpito Roma nel peggior momento possibile, con la crisi del costo della vita, la guerra ucraina e il pacchetto anti-frammentazione della Banca centrale europea”, hanno scritto.

Voto anticipato per il 2 ottobre: chi potrebbe vincere

Come emerge dai sondaggi, come quelli di Ipsos e YouTrend, se si votasse oggi sarebbe molto probabile una vittoria del centrodestra. Fratelli d’Italia, infatti, sarebbe il partito con più voti, seguito da PD, poi Lega, Movimento 5 Stelle e Forza Italia. Il centrodestra unito in una coalizione, quindi, avrebbe la capacità di guidare il governo senza l’appoggio di altri partiti.

Come abbiamo visto negli ultimi anni, spesso nascono maggioranze del tutto improbabili, come il governo Conte con Lega e M5S. Dunque, sono molte le strade che potrebbero essere percorse, e tutto dipenderà dai risultati delle eventuali elezioni anticipate.

 

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Editor: Susanna Bosio

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