WILDT, ADOLFO
Dizionario Arte

Wildt, Adolfo

Wildt, Adolfo. Scultore milanese. Nato da una famiglia modesta, vive in giovane età una crisi intensa che lo porta ai limiti della follia; si forma dallo scultore scapigliato Giuseppe Grandi (1880)

 

Wildt, Adolfo. Scultore milanese. Nato da una famiglia modesta, vive in giovane età una crisi intensa che lo porta ai limiti della follia; si forma dallo scultore scapigliato Giuseppe Grandi (1880) e in seguito nello studio di Federico Villa, accogliendo anche i modelli di Leonardo Bistolfi.  Si iscrive nel 1885 all’Accademia di Brera, dove studia in particolare le riproduzioni di Fidia e di Michelangelo; nel 1893 Wildt, Adolfo scolpisce il suo primo monumento funerario per la famiglia Losa di Vigevano, mentre l’anno successivo, in occasione della sua partecipazione alla II Triennale di Brera, conosce Franz Rose, che diviene suo amico e mecenate e che lo mantiene fino al 1912, data della sua morte.

Wildt, Adolfo Esegue la scultura Uomo che dorme

Nel 1896 esegue la scultura Uomo che dorme ed espone alcune opere a Berlino, mentre l’anno successivo partecipa alla Mostra della Secessione di Monaco con Uomo che tace. Dopo aver realizzato sculture come Autoritratto. Maschera del dolore (1906), Carattere fiero. Anima gentile (1911), conquista il favore della critica e del pubblico a Milano.  Pubblicanel 1921 L’arte del marmo, testo in cui esprime il suo culto per la materia e per la tecnica della scultura e istituisce una “scuola del marmo” per trasmettere agli allievi gli stessi principi. Ottiene una sala  personale nel 1922 alla Biennale di Venezia e raggiunge l’apice della fama l’anno dopo con le sculture Arturo Toscanini, Il risparmio, Mussolini (Dux).

Nel 1926 gli viene assegnata la cattedra di Plastica e Figura a Brera

Nel 1926 gli viene assegnata la cattedra di Plastica e Figura a Brera, mentre nel 1929 diventa Accademico d’Italia ed esce una sua prima monografia a cura di Giorgio Nicodemi. Se le prime opere di Wildt nascono da una ripresa dello stile liberty, spogliato però dei tipici elementi floreali e decorativi e arricchito invece di una tensione spirituale che sconfina talvolta nell’espressionismo, le ultime sculture, come Il puro folle del 1930, ripiegano verso una semplificazione delle forme e verso modi più classicheggianti e pacificati.

Nascita: Milano 1868; Morte: Milano 1931

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